Ieri (22 agosto), in Italia, ci sono stati quattro morti sul lavoro, di cui due in Toscana: uno a Marina di Carrara, l’altro a Monte San Savino (Arezzo).  A distanza di poche settimane dall’ultimo infortunio mortale, quindi, i sindacati e la comunità locali si trovano quindi costretti a confrontarsi con l’ennesima tragedia. I lavoratori portuali di Marina di Carrara, stamattina, hanno deciso autonomamente di astenersi dal lavoro per esprimere la loro solidarietà verso il collega venuto a mancare, che tra l’altro era un iscritto alla Filt Cgil.

“Allo stesso modo – scrivono in una nota Cgil, Uil, Filt, e Uil Trasporti provinciali di Massa Carrara - indiremo uno sciopero territoriale di tutte le categorie di 4 ore il giorno in cui si celebreranno i funerali, mentre lo sciopero sarà per l’intera giornata per i lavoratori portuali”.

“Lo urliamo a gran voce da tempo, purtroppo inascoltati - scrivono ancora i sindacati-  che è necessario un impegno di tutti i soggetti istituzionali affinché ci si adoperi fermamente per fermare questa strage, perché di strage si sta parlando”. “Viviamo in un territorio dove la mancanza di lavoro e il peggioramento delle condizioni di lavoro mettono i lavoratori in una condizione di ricattabilità e paura - affermano ancora -, tanto che ormai pare quasi normale lavorare in condizioni di palese pericolosità. Tutto questo non è accettabile e continueremo a denunciarlo con ogni mezzo a nostra disposizione”.

Questa striscia di sangue fa emergere con sempre maggiore chiarezza  - afferma poi Mauro Fuso (Cgil Toscana) -  che c'è bisogno di una ‘battaglia quotidiana’ per affermare la cultura della sicurezza sul lavoro, sicuramente allentata da questi anni di crisi e precarietà. Una ‘battaglia quotidiana’ e non una campagna una tantum per affermare con forza che in Toscana si lavora mettendo la persona e la sua dignità al primo posto.