Lo sciopero, proclamato dai sindacati di categoria (Fp Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti e Fiadel) per rivendicare il rinnovo del contratto nazionale, scaduto il 31 dicembre 2013, ha avuto una “straordinaria riuscita”, con una “forte partecipazione ai presidi territoriali.” “E’ la risposta durissima – scrivono i sindacati in una nota - spedita a Utilitalia, Assoambiente e a tutte le imprese del comparto”.

Adesioni altissime
L’adesione media allo sciopero è del 90% e i lavoratori sono scesi in piazza in tutta Italia, in presidio davanti a prefetture e comuni. Molto significativa, però, è stata anche la riuscita anche nelle piccole imprese, nel resto delle aziende private e nel Sud del Paese che, “nonostante la crisi economica, ha visto la partecipazione diffusa dei lavoratori allo sciopero nazionale”. “Nelle grandi aziende la partecipazione è stata quasi totale e, complessivamente, sono state confermate le alte percentuali di adesione che storicamente si raggiungono”, così dichiarano le segreterie nazionali di Fp-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti e Fiadel

Lo stato della trattativa
Le trattative con le controparti, ovvero per il versante pubblico Utilitalia e per quello privato Fise-Assoambiente, sono in una fase di stallo. Secondo i sindacati, le parti datoriali non stanno dando margini per far avanzare il confronto, “passando per un abbassamento delle tutele, fino ad arrivare a contestare il diritto allo sciopero e a quello di assemblea”. Inevitabile quindi lo sbocco nello sciopero che, in parallelo con la mobilitazione generale per il rinnovo dei contratti pubblici, si caratterizza dietro le parole #ContrattoSubito”.

“Le imprese vogliono precarizzare, vogliono poter licenziare, pensano che il nostro sia un lavoro di ‘straccioni’ e che il massiccio ricorso ad appalti senza regole, sia la naturale via di ‘sviluppo’ per il settore – dicono ancora i sindacati -. Abbiamo chiesto maggiore sicurezza e condizioni di lavoro migliori, anche in cambio di maggiore produttività, ma ci hanno risposto che il problema è il sindacato e la richiesta di partecipazione. Le imprese, nascoste e silenti, dietro le loro associazioni, attaccano il Sindacato per indebolire i lavoratori e le lavoratrici; pensano al nostro lavoro come all’elemosina che si fa ai lavoratori. Su questo, secondo loro, non si tratta e non c’è bisogno delle parti sociali”.

Le richieste
Tra le richieste dei sindacati, c’è  la clausola sociale. Le sigle, infatti, spingono per inserire nel Ccnl tutele e garanzie nei passaggi di gestione. Di pari importanza la richiesta, come pregiudiziale, di 'sterilizzare' il Jobs act in tema di 'licenziamenti facili', per assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali. Quanto al fronte salariale, la richiesta di aumento - dopo la pre-intesa, siglata a maggio dello scorso anno - viene definita dai sindacati 'di buon senso'. Fp Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti e Fiadel sostengono il bisogno di “un adeguamento economico al passo coi tempi, insieme all'avvio del fondo di solidarietà sugli inidonei e all’obbligo di iscrizione di tutti i lavoratori alla previdenza complementare”. Il tutto, insieme a regole più chiare in caso di esternalizzazione del servizio, l'evoluzione della classificazione del personale e un nuovo sistema d’orario.

La mobilitazione continua
Concludono le organizzazioni sindacali: “Gli scioperi e la mobilitazione vanno avanti ad oltranza. Dovremo essere più forti e più incisivi anche nell’attività quotidiana delle aziende. Questo è il momento di resistere. Grazie a tutte le lavoratrici, a tutti i lavoratori, alle Rsu e ai responsabili territoriali del sindacato per lo straordinario contributo in difesa della libertà”.