Le lavoratrici e i lavoratori Ikea non ci stanno a farsi sottrarre così, d’un colpo, 25 anni di contrattazione e di conquiste: a seguito della disdetta unilaterale di tutta la contrattazione integrativa da parte dell’azienda, hanno proclamato lo stato di agitazione e un pacchetto di 16 ore di sciopero, di cui 8 saranno gestite a livello territoriale, con iniziative sparse su tutto il territorio nazionale. Lo comunica in una nota la Filcams Cgil.

"L’Azienda ha deciso di compiere un atto politico grave” afferma Giuliana Mesina della segreteria nazionale Filcams Cgil “dando disdetta di tutti gli accordi, nazionali e locali, ha voluto porre un macigno sul tavolo di trattativa, che si era appena avviato, risentendo anche di un allungamento dei tempi imposto da Ikea, che ha voluto attendere l’insediamento del nuovo Amministratore delegato”.

Più di 6mila dipendenti in Italia, 21 negozi su tutto il territorio nazionale, Ikea, il colosso svedese che ha fatto della partecipazione dei suoi “co-workers” una bandiera, ha smentito con questa operazione anni e anni di buone relazioni sindacali, accusa la Filcams. In gioco - secondo il sindacato - c'è la pretesa dell’azienda di abbassare i livelli retributivi dei dipendenti, operando su elementi fissi della busta paga e rivedendo al ribasso le maggiorazioni per le prestazioni festive e domenicali.

A Genova le ore di sciopero sono otto, il 6 giugno. Le modalità dello stop prevedono un presidio con volantinaggio davanti al negozio nella mattinata di sabato a partire dalle ore 9.30. Si ferma anche il punto vendita di Sesto Fiorentino (Firenze): sabato si terrà anche un incontro con la stampa alle ore 10. "Questo atto, mai accaduto fino ad oggi, segna un cambio di passo nelle relazioni sindacali del grande colosso internazionale Ikea: mentre è aperta la trattativa a livello nazionale, si disdettano gli accordi integrativi, ponendo una spada di Damocle sul confronto in atto, dicendo al sindacato a chiare lettere: o fate quello che diciamo noi, o altrimenti vi prendete la disdetta", denunciano i sindacati. "Crediamo che questa non sia una scelta dettata dalla crisi economica di Ikea, che fortunatamente non ha bilanci in rosso e grandi flessioni nelle vendite, quanto da una decisione politica di aprire una nuova fase sindacale improntata alla compressione dei salari e dei diritti", aggiungono le sigle confederali.

Assemblea pubblica dei lavoratori Ikea, dalle 8 alle 10, nella piazza davanti al negozio di Casalecchio di Reno: sempre sabato. A seguito i dipendenti saranno io sciopero di tutti i turni di lavoro per l'intera giornata. Lo riferisce la Filcams Cgil di Bologna: “Finito l'incanto. Ora Ikea è assolutamente allineata sulle posizioni più retrive del settore. Prima si accoda alla Federdistribuzione nel dare disdetta del Contratto nazionale, lasciando i dipendenti senza nessun riferimento contrattuale, disconoscendo pure il recente rinnovo del contratto sottoscritto con Confcommercio".

Dopo le partecipatissime assemblee in tutti i punti vendita Ikea della Lombardia, il 6 giugno si sciopera a Carugate, Corsico, Roncadelle, San Giuliano. “Eliminata ogni garanzia per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro – sottolinea la Cgil Lombardia -, Ikea cerca ora di togliere anche i pochi benefici rimasti a chi ha fatto crescere e tiene in piedi da decenni l’azienda. Abbassare le condizioni di vita e di lavoro di migliaia di persone e delle loro famiglie è la ricetta Ikea per mantenere guadagni e profitti, chiedere sempre di più per dare sempre meno”.

Il sindacato ribadisce “che le lavoratrici e i lavoratori di Ikea che in questi anni hanno fatto crescere l’azienda non sono un costo ma una risorsa, non sono accessori sostituibili all’occorrenza, la prospettiva del decurtamento del 20% di stipendio di un part-time per Ikea è un fatto trascurabile, per chi ha costruito il proprio bilancio familiare, sacrificando tempo e affetti su quel 20% è un dramma. Ikea non colpisce solo i singoli lavoratori ma anche le loro famiglie, il loro futuro e la loro dignità, ma le lavoratrici e i lavoratori Ikea non sono disponibili a farsi ricattare”.