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C’è stato lo scatto avanti auspicato e più volte sollecitato dalla Cgil sarda su Lavoras, il piano per il lavoro della Regione da 128 milioni di euro che, nonostante i ritardi, sembra finalmente aver ingranato la marcia di partenza. È quanto emerso nella prima riunione dell’Osservatorio convocata oggi a Villa Devoto, Cagliari, nel corso della quale è stato illustrato l’avanzamento della misura soprattutto in riferimento ai cantieri comunali.
“Avevamo ben presenti le complessità del progetto che, proprio per il suo carattere innovativo aveva necessità di quell’impegno straordinario da noi più volte sollecitato”, ha detto la segretaria regionale Cgil Caterina Cocco sottolineando che “il dato relativo al 40 per cento delle risorse impegnate al 3 agosto sui cantieri comunali fa ben sperare, perché sappiamo che tra oggi e domani arriveranno numerose domande, anche se evidenzia che le amministrazioni non hanno lavorato in forma associata e che occorre quindi intervenire su questo fronte e sostenere in modo fattivo le Unioni dei Comuni per ottimizzare risorse e interventi, anche nelle fase successive del piano”.
La Cgil ha chiesto e ottenuto un nuovo incontro a settembre, che focalizzerà l’attenzione sulla misura rivolta alla formazione perché “è necessario capire se i pacchetti formativi attivati rispondono alle reali esigenze del mercato del lavoro, altrimenti si rischia – ha detto la segretaria Cgil – di non centrare l’obiettivo fissato, ovvero creare occasioni di lavoro per i troppi giovani che lo cercano fuori dalla Sardegna”.
Fra le richieste della Cgil anche maggiori ragguagli, a partire dai primi giorni di settembre, sulle modalità con cui l’Aspal procede alla selezione dei lavoratori, una fase che rappresenta la parte conclusiva del percorso – dopo la presentazione dei progetti da parte delle amministrazioni, la fase istruttoria e l’approvazione da parte di Insar – della quale oggi però non si è parlato in modo approfondito.
Per quanto riguarda la misura relativa agli incentivi, conclude la Cgil, “oggi si sono esposti al tavolo solo dati parziali, che tuttavia evidenziano che c’è ancora molto da fare, anche per diffondere la conoscenza dello strumento tra le imprese. Sul punto è evidente che occorre che tutti i soggetti coinvolti, comprese le associazioni datoriali, ognuno per le proprie responsabilità, facciano la propria parte, contro il rischio di vanificare le opportunità della misura, che si propone di attivare 8 mila nuovi contratti di lavoro”.