“La Finanziaria finalmente approvata, con tre mesi di ritardo, consente di utilizzare appieno le risorse disponibili, ma restano aperte alcune questioni determinanti in un’Isola che ha un disperato bisogno di riforme e lavoro”: è il giudizio del segretario generale della Cgil Michele Carrus nell’editoriale del giornale L’Altra Sardegna dal titolo “Lavoro, la svolta attesa non c’è”, in cui chiede “segni tangibili di discontinuità per restituire speranza ai troppi lavoratori abbandonati a se stessi in una condizione drammatica di disagio”. La lentezza delle politiche per il lavoro e delle riforme connesse, i tre mesi di esercizio provvisorio, i ritardi della progettazione territoriale, consegnano una realtà diversa dalle aspettative che l’impostazione complessiva della politica regionale aveva lasciato intravedere: “E’ ora necessario – scrive Carrus - trasformare quell’impostazione nella sua concreta attuazione che ancora non si percepisce: è solo questa la risposta alla gravità insostenibile della crisi che si fa sentire in modo particolare in alcuni territori e che, non a caso, ha già portato all’avvio della mobilitazione sindacale in Ogliastra, nel Nuorese, prossimamente nel Sassarese e a breve nel Sulcis Iglesiente”.

In particolare, sono gli interventi sul lavoro che c’è e su quello che manca a preoccupare il sindacato. Carrus sottolinea che “malgrado gli impegni assunti si limitano in modo inaccettabile le risorse destinate al rinnovo dei contratti dei dipendenti della Regione e non si risolve la questione del rinnovo dell’integrativo dei forestali, per i quali va anche realizzata la stabilizzazione dei precari. E poi le misure di politica attiva, “che stentano a produrre apprezzabili risultati effettivi: occorre prenderne atto e da qui ripartire inserendo i giusti correttivi. Le riforme dei Servizi per l’impiego e della Formazione professionale - entrambe al palo - sono condizione per l’efficacia delle azioni proposte e perché la spesa vada a segno. Non neghiamo affatto le buone intenzioni ma le procedure sono troppo lente, e rileviamo l’esclusione di troppe persone dai bacini dei destinatari. Perciò diciamo che le azioni vanno ancora implementate ed estese, che servono altre risorse, ma soprattutto che occorre immediatamente mettere in campo una nuova stagione di cantieri verdi, con interventi nel territorio e nei paesi, nei quartieri, nell'arredo urbano e nei sottoservizi, nei servizi pubblici e nelle reti locali, per bonificare discariche, recuperare alla fruibilità siti ambientali e beni culturali”.

Il giudizio è positivo sugli investimenti pubblici, circa 1,2 miliardi di euro, dei quali 676 milioni per opere già cantierabili, ma il segretario Cgil auspica la costituzione di una task force con unità di missione o di progetto, a sostegno delle attività di progettazione degli enti locali, per accelerare le procedure e l’affidamento dei lavori. Oltre a questo, il sindacato ribadisce la necessità di creare un Fondo unico Regione-Enti locali destinato alle opere pubbliche, strumento utile a superare i vincoli del patto di stabilità interno, che frena la capacità spesa, ma anche a ridurre le stazioni appaltanti e limitare l’invadenza pervasiva del malaffare e della corruzione, rivelata ancora una volta dalle cronache di questi giorni.

Secondo Carrus “in atti concreti, e soprattutto in risorse aggiuntive, dovranno tradursi anche i risultati della trattativa in corso con il Governo sul Master Plan per il Sud, che potranno dare slancio alla nostra isola in settori importanti come quello dell’energia e dei trasporti”. Perciò il sindacato aspetta “un tavolo di confronto dedicato e di monitoraggio permanente con il presidente Pigliaru, perché possa far pesare nel dialogo con il Governo il consenso e la compartecipazione delle forze sociali e produttive della sua regione e non si senta invece troppo solo in questo difficile compito. Del resto, quando si parla del futuro di noi tutti, nessuno può davvero pensare di disporre di deleghe in bianco una volta per tutte”.