"Cambiano i colori delle amministrazioni capitoline, si susseguono giunte appartenenti a diverse formazioni politiche e tutte si propongono come soggetti rivoluzionari, capaci di porre fine al malgoverno della Capitale, che tanti problemi crea ai cittadini. Quando poi si tratta di assumere decisioni, di compiere delle scelte, la pedissequa continuità con il passato è l'unica cosa che, stridendo, balza agli occhi. La delibera approvata dalla Giunta che mette a gara le attività della Roma Multiservizi, cui si 'appiccicano' altre attività, non spende una sola parola su ciò che va garantito ai dipendenti, già provati negli anni scorsi da cambi di appalto che hanno prodotto un drastico ridimensionamento del proprio reddito". Così in una nota Cgil e Filcams di Roma e Lazio.

"Così alcune migliaia di lavoratrici e lavoratori, che svolgono un servizio fondamentale per i cittadini - assistenza, pulizia e sanificazione negli istituti scolastici - precipiteranno, insieme ad altri lavoratori, in un nuovo limbo in attesa di scoprire come procederà la gara e se il soggetto vincitore saprà garantire loro, dopo oltre 20 anni di servizio, la continuità occupazionale e le condizioni di reddito. E non stiamo parlando di soggetti privilegiati o iper tutelati, ma di persone ormai alle soglie della povertà con uno stipendio che non supera i 500 euro mensili", continuano i sindacati.

"Come giustifica tutto ciò chi è giunto al governo della città promettendo una decisa inversione di rotta rispetto al passato e ai danni causati dalle amministrazioni precedenti? Come abbiamo avuto modo di dimostrare, la gestione delle attività della Roma Multiservizi, tramite una società del comune, non solo era permessa dalla legislazione vigente, ma poteva rappresentare un’opportunità per migliorare i servizi resi ai cittadini risparmiando al contempo risorse pubbliche. La Giunta ha preferito, in perfetta continuità con il passato, percorrere la solita strada: una gara che scaricherà sui lavoratori le conseguenze di una cattiva politica. Bel colpo, non c'è dubbio", concludono le due sigle.