“La Sevel è la fabbrica dei record: record di ore di straordinario, record di veicoli prodotti per ora e per turno, record di giornate e ore di lavoro, record di utili per l'azienda”. E tutti questi record hanno un costo, che a pagare sono i dipendenti. A denunciare le condizioni di lavoro dello stabilimento di Atessa (Avellino), produttore dei furgoni commerciali più venduti in Europa e rientrante nel perimetro della Fca (ex Fiat), è la Fiom Cgil, che ha indetto tre giornate di sciopero, per l’intero turno, di sabato 9, sabato 16 e domenica 24 luglio.

La protesta, appunto, è contro ritmi e carichi che sono diventati insopportabili. “I lavoratori della Sevel - spiega la Fiom - sono stati ‘premiati’ con una chiusura collettiva di stabilimento di soli dieci giorni, mentre le restanti giornate di ferie estive sono state spalmate dalla primavera all'autunno”. Ai lavoratori “sono stati tagliati dieci minuti di pausa giornalieri e aumentati i carichi e i ritmi di lavoro”, oppure capita “che al termine del turno di notte siano chiamati a rimanere al lavoro nelle prime ore del mattino: chi lavora di notte non può svolgere turni di lavoro da undici ore, è intollerabile anche per i rischi derivanti da un sacrificio così sproporzionato”. A questo si aggiunge che “la direzione aziendale continua a ‘comandare’ sabati in straordinario grazie al ‘contratto Fiat’ sottoscritto da Fim Cisl, Uilm Uil, Fismic, Uglm e Acqi”.

La mobilitazione, in realtà, era iniziata in dicembre, quando il management aziendale aveva deciso la riduzione delle pause di dieci minuti. In dicembre e in febbraio si erano tenuti degli scioperi, nei mesi seguenti la Fiom aveva chiesto “un tavolo negoziale vero per affrontare tutti i problemi derivanti da un aumento dei volumi produttivi”, nonché di avviare un confronto per “superare lo stato di emergenza che è diventato permanente e insostenibile”. La Fiom sottolinea anche di aver “chiesto di affrontare i problemi al tavolo con azienda e sindacati tutti, e in rapporto con i lavoratori attraverso le assemblee, magari tornando a decidere con il voto, ma l'azienda e i sindacati firmatari preferiscono continuare a tirare la corda”.

Ecco allora che si giunge a oggi, con la decisione dei metalmeccanici Cgil di “condividere la richiesta giunta dai lavoratori di indire otto ore di sciopero sui turni in straordinario comandato”. La Sevel, aggiunge la Fiom, è “una pentola a pressione: chi lavora ha una dignità in fabbrica e una vita fuori che ha il diritto di vivere, avendo tempo e salario”. Obiettivo del sindacato, dunque, è “rilanciare un percorso di recupero della vita, ormai surclassata dalle logiche del profitto. Le lavoratrici e i lavoratori non hanno bisogno soltanto del sostentamento economico, ma anche di rispetto. La produttività non può surclassare la vita”.