"Onorevole Sindaca, le scrivo per esprimerle una preoccupazione diffusa nel nostro mondo, a cui credo lei debba dare una risposta chiara, e per farle un appello sincero". Inizia così la lettera aperta che Natale Di Cola, segretario generale della Fp Cgil Roma e Lazio ha indirizzato a Virginia Raggi. 

"Avrà notato in questi mesi - scrive Di Cola - al netto di momenti in cui la dialettica è stata comprensibilmente accesa, che la nostra organizzazione sta al merito, firma gli accordi giusti ed esercita il proprio diritto di critica senza strumentalizzare. Sul tema dei rifiuti dai primi giorni della vostra amministrazione avete trovato un atteggiamento responsabile, tipico di chi come noi non è abituato a scegliere gli interlocutori ma a lavorare con quelli scelti dai cittadini".

"La crisi politica che attraversa la sua amministrazione, impossibilitata a dare alla Capitale una Giunta che duri almeno una stagione, non ci trova festanti - continua il segretario Fp - La viviamo come un problema per la città e la subiamo nella nostra attività negoziale, avendo difficoltà nel trovare interlocuzioni qualificate o quantomeno stabili". 

Per Di Cola, le dimissioni dell’assessora Paola Muraro, dovrebbero porre l'amministrazione di fronte a una scelta chiara: "Ha avuto senso la strategia aggressiva da processo mediatico - chiede il dirigente sindacale - ha senso continuare con i cosiddetti blitz, alimentando malumori e tensioni, soprattutto alla luce dei risultati sull’offerta dei servizi ai cittadini? Siete certi di esercitare il vostro ruolo in modo corretto e trasparente?".

"Noi critichiamo soprattutto questo della prima fase della sua amministrazione - continua Di Cola -  State mettendo in campo un modello autoritario, che confonde il ruolo politico e quello aziendale, trattando le società partecipate in modo padronale. La macrostruttura presentata impropriamente dall’assessora proprio nel giorno delle sue dimissioni ne è una triste prova: viene ignorato l’assessment fatto da una società esterna, si promuovono dirigenti ridimensionati da quella valutazione e se ne reinseriscono altri che avevano già concordato con l’azienda il proprio allontanamento. Uno spoil system calato dall’alto, fatto subire persino ai vertici aziendali da voi nominati ed effettuato con logiche meramente politiche e di controllo. Tutto senza regole, senza la minima trasparenza: non un curriculum, nessuna evidenza pubblica. Questa fase è stata gestita persino peggio di quella precedentemente affrontata con l’assessment, che avevamo criticato ma almeno manteneva un minimo criterio di oggettività".

Questa, secondo Di Cola, è "la questione morale che attanaglia Roma", questa "la vera sfida della sua amministrazione". "La politica - scrive ancora il segretario Fp - deve stare fuori dalle dinamiche aziendali. Dopo MafiaCapitale la città ha bisogno di regole, di rispetto istituzionale, di una politica che abbandoni certi toni e sappia dialogare, sia in grado di esercitare il ruolo di indirizzo senza mettere mani e piedi nelle società pubbliche. Credo che lei debba fare una riflessione seria e parlare ai cittadini con onestà. Fare lo stesso con i lavoratori, smettendo di usarli come scenografia della propaganda di partito. Farlo con i sindacati, che non può scegliere lei ma che sono espressione libera dei lavoratori".

"In attesa che si aprano le trattative in Ama, paralizzate da mesi - conclude Di Cola - e che si possa lavorare per risollevare le sorti della Capitale, le chiedo di convocare urgentemente le organizzazioni sindacali per discutere la strategia dell’amministrazione anche alla luce degli ultimi sviluppi, agevolare il difficile lavoro di efficientamento che in azienda si è arrestato in questi mesi di caos organizzativo e affrontare il nodo delle infrastrutture per evitare nuove emergenze".