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La disoccupazione giovanile al 40%, il fallimento del Jobs Act, la tragedia dei migranti, la legge sul caporalato, il problema dei voucher e degli appalti. Questi, i temi dell’intervista al neosegretario confederale Cgil, Giuseppe Massafra, trasmessa stamattina da RadioArticolo1.
“Gli ultimi dati Istat sulla disoccupazione dimostrano come il nostro Paese stia affrontando una vera e propria emergenza sociale. In primo luogo, le politiche per l’occupazione, portate avanti negli ultimi anni vent’anni, sono andate tutte nella direzione opposta da quelli che sarebbero stati gli obiettivi reali. Abbiamo speso 18 miliardi in quattro anni, tra bonus e regalìe, per garantire la decontribuzione alle imprese, ma non hanno generato i risultati auspicati. È aumentata sensibilmente l’occupazione over 50 solo per effetto dell’innalzamento dell’età pensionabile; di contro, è diminuita drasticamente l’occupazione giovanile. In tal modo, rischiamo di perdere due generazioni, una che ne va all’estero, l’altra che resta in Italia senza poter lavorare, con gravi ripercussioni per il futuro del Paese. Se a questo aggiungiamo la grandissima dispersione scolastica e il calo continuo delle iscrizioni all’università, il processo d’investimento nei confronti delle nuove generazioni è completamente fallito”, ha spiegato il dirigente sindacale.
“Passando alla questione dei migranti, bisogna dire che il nostro Paese non si è mai dotato di una vera e propria politica in materia: si è affrontato il tema attraverso un susseguirsi di sanatorie e di provvedimenti legislativi, spesso basati sul principio della repressione e del contenimento, piuttosto che sulla necessità di favorire un autentico sistema d’integrazione. Sono due le questioni da affrontare che convergono sugli stessi obiettivi: la prima è quella dell’emergenza dei flussi migratori, quindi il tema dell’accoglienza, distinguendo fra migranti considerati rifugiati politici da quelli ritenuti rifugiati economici. Come la povertà e la fame non fossero problemi che caratterizzano il disagio di tanta parte del mondo. Sia gli uni che gli altri sono figli di una questione più generale, che riguarda il modo in cui è stato governato il processo di globalizzazione, che in nome della distribuzione della ricchezza ha falcidiato gran parte della popolazione mondiale”, ha continuato l’esponente Cgil.
“Parlare d’immigrati vuol dire parlare anche di legalità. Alla Camera qualcosa si sta muovendo contro le norme previste dalla legge contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro. C’è il rischio di produrre un effetto assolutamente nefasto: quello di favorire una deriva verso processi d’illegalità diffusa, che si alimentano attraverso il lavoro nero, fino alla riduzione in schiavitù di tanta parte dei migranti, che finiscono per essere preda del malaffare. È evidente che questo, a sua volta, determina profondi squilibri, anche dal lato economico nel nostro Paese, causando un’emergenza sociale. Ci abbiamo messo trent’anni per approvare una legge come la ‘199/2016’ e dopo pochi mesi dalla sua attuazione già dobbiamo lottare contro chi la vuole smantellare. Il punto è che non si comprende che l’immigrazione e l’integrazione non afferiscono solo all’etica e all’umanità di un Paese, ma hanno anche dei risvolti economici e guardano alla condizione effettiva delle persone, per affermare quel principio di uguaglianza che è l’aspetto fondamentale per una ricomposizione della società. Perciò, nessun emendamento e nessuna deroga alla norma in vigore”, ha aggiunto il sindacalista.
“Il problema dei voucher è legato alla convinzione di chi ha sempre pensato di affrontare la crisi andando a incidere sul costo del lavoro. Si è pensato d’individuare strumenti di estrema flessibilizzazione dei rapporti di lavoro, affinché si potesse creare un posto di lavoro purchessia. Questo ha colpito prevalentemente chi nel mondo del lavoro ci sta entrando, i più giovani. I voucher, anziché diventare uno strumento per affrontare il lavoro nero, grigio e sommerso, hanno finito per sostituire il lavoro strutturato. Ecco perché, per noi, la questione voucher è fondamentale per affermare il valore del lavoro, garantendo un’impalcatura di diritti esigibili che non possono essere disattesi. Stessa cosa per gli appalti, un tema decisamente sottovalutato, che però coinvolge milioni di persone in Italia. A furia di ridurre i costi e d’introdurre processi di flessibilizzazione, si sono alimentati fenomeni di esternalizzazione e quindi d‘impoverimento delle filiere produttive, provocando negli appalti condizioni di disagio che hanno colpito i lavoratori. Perciò, voucher e appalti sono due facce della stessa medaglia, e costituiscono l’estrema conseguenza di politiche sbagliate, che invece di migliorare hanno solo impoverito il lavoro”, ha concluso Massafra.