“Uscire dalla situazione economica nella quale ci siamo cacciati non sarà facile, né ci riusciremo in breve tempo” Robert Reich, intervistato da Il Corriere della Sera in occasione dell’uscita in Italia del suo un ultimo libro, “Aftershock”, edito da Fazi, dà la sua ricetta per uscire dalla crisi. “ Per avere un miglioramento vero - ma non torneremo comunque a quella che eravamo abituati a considerare la normalità - vanno sconfitte due pericolose mitologie. L'idea che se riduci ancora di più le tasse dei ricchi, loro in qualche modo creeranno molti più posti di lavoro: il mito che infetta gli Stati Uniti. L'altro, diffuso soprattutto in Europa grazie all'ostinazione tedesca, è quello dell’‘austerity economics’: la convinzione che massicci tagli della spesa pubblica produrranno lavoro e crescita anche se hai già un'alta disoccupazione e una bassa utilizzazione della capacità produttiva. Sbagliatissimo”.

Per il celebre economista di Berkeley che fu ministro del Lavoro nella Casa Bianca di Bill Clinton, la vittoria di Hollande in Francia e per certi versi anche il risultato elettorale greco costringono i tedeschi a riflettere. “Sicuramente le riforme del mercato del lavoro hanno aiutato la Germania – spiega – che però è anche sostenuta da un euro sottovalutato rispetto alla competitività tedesca, mentre è sopravvalutato rispetto a quella dell'Europa meridionale, Italia compresa. Dovete stare attenti a non diventare anche voi vittime della ‘trappola del debito’: abbassarlo è importante, ma il problema non è il debito per sé, conta la sua incidenza sul reddito nazionale. Se sale perché le politiche di ‘austerity’ vi spingono in recessione, sono guai. L'America è in ripresa - anemica ma comunque in ripresa - proprio perché non ha imboccato la strada dell'austerità"..