Il 7 ottobre scorso è stato presentato, dalla fondazione Migrantes, il IX Rapporto - Italiani nel mondo, 2014.
Il Rapporto, è stato presentato dal Cardinal Montenegro, Presidente della Fondazione Migrantes e dalla curatrice Delfina Licata. Durante l'incontro si sono alternati alla tribuna diversi relatori, tra i quali il Sottosegretario agli Affari Esteri Mario Giro, il Prof. Morcellini, direttore del Dipartimento Comunicazione e Ricerca Sociale dell'Università la Sapienza di Roma, il dott. Gazzelloni, direttore Istat per le statistiche socio-demografiche ed ambientali, la dott.ssa Genchi, dirigente del Servizio Internazionalizzazione della regione Puglia ed il Cardinal Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes.

Mons. Montenegro, presentando il Rapporto, ha ricordato che “solo un anno fa, il 3 ottobre 2013, in occasione della presentazione dell’edizione 2013, giunse la tragica notizia della morte di 366 migranti annegati al largo di Lampedusa. In un anno altre morti, altre dolorose avventure finite in tragedie di uomini, donne, bambini, famiglie che fuggono da guerra e violenza, da povertà e indigenza, da disoccupazione e infelicità”. La migrazione, ha ricordato ancora il Cardinale, è nella storia personale di ciascuno di noi, merita rispetto e impegno” e “nessuno deve essere leso nella propria dignità”.

Alla mobilità, ha proseguito, “ci si accosta con umiltà, non solo attraverso le statistiche degli studiosi”, il cui compito non è solo quello di elaborarle, ma anche di “dare giusti strumenti di lavoro agli operatori, a chi lavora al fianco dei migranti. Non lasciare solo chi opera nell’accoglienza in Italia e in ciascun Paese dove il migrante arriva”. Il prof. Morcellini si è detto “colpito” dal fatto che l'Europa sia diventata la “destinazione” preferita degli italiani che scelgono di migrare. Interessante è anche il fatto che, secondo il docente, non c’è solo il sud ad emigrare e che non sono solo i maschi a farlo. Essi sono spesso più giovani del passato e ancor più spesso non sono sposati. Molti di essi provengono da regioni del nord ed in particolare dalla Lombardia.

Questi dati sono una provocazione per tutti noi - sostiene il docente - critico con i media e con il “mondo della cultura” che non hanno preso atto e segnalato i fortissimi cambiamenti avvenuti in questi ultimi anni.
La ricerca universitaria non ha fatto abbastanza e la mappa dei temi deve essere aggiornata ma la narrazione di questo fenomeno, in cui prevalgono “allarmismo e vittimismo” sui cambiamenti, non restituisce gli aspetti positivi del fenomeno. Questo succede solo in Italia. Si chiede alla politica – ha concluso Morcellini – uno scatto di modernità, qualcosa che riavvicini gli italiani all’estero per costruire insieme un progetto di futuro.

Tabelle, grafici e slide nell’intervento del direttore Istat Saverio Gazzelloni che ha parlato dell’incidenza degli emigranti sulla popolazione e del fatto che quella dei giovani di oggi non è una fuga anche se l’Italia non fa niente non solo per trattenerli, ma neanche per favorire il loro rientro. Da quando gli è stata affidata la delega agli italiani nel mondo, ha sottolineato il sottosegretario Giro nel suo intervento, ha appreso di storie incredibili - di successo o meno – rispetto ad un popolo che continua ad emigrare ovunque. Sono stati 94mila gli italiani che hanno lasciato l’Italia lo scorso anno e che hanno raggiunto 186 paesi diversi.

Grave, secondo Giro, l’assenza dei Governi che si sono succeduti fino ad aggi e che a parte il voto all’estero non hanno mai praticato una politica reale sulle comunità italiane all’estero ma, al contrario, c’è stato più che altro un “silenzio”, una “indifferenza”, una “distanza” non colmata, e ora ritrovarsi è più difficile. Gli italiani nel mondo, per le istituzioni, non possono essere considerati una grana”, gente che “affolla i consolati” e basta. Non c’è “sensibilità” e in questi anni “gli eletti all’estero non hanno cambiato questa situazione”.

Da quanto accade oggi in Italia ci rendiamo conto – ha continuato Giro - di come sia difficile il percorso di integrazione e che l’integrazione degli italiani all’estero è andata benissimo. Ci sono memorie di dolore, come la tragedia di Marcinelle, ma nonostante questo c’è ancora un forte sentimento per l’Italia”. Questo governo ha attenzione al successo della nostra emigrazione. Serve “rivalutare la storia, non solo in senso nostalgico, ma come fonte di ispirazione e di politica, perché è fatta di esperienze ricche da cui vengono stimoli importanti, per la nostra società, per la nostra cultura e per la nostra politica”. Gli italiani, dentro e fuori i confini, devono avviare un dialogo che deve coinvolgere sia le associazioni che le imprese.

Le associazioni sono “partner potenzialmente strategici per promuovere l’Italia. Ce ne sono quasi 5mila”, ricorda Giro e svolgono un ruolo “utile e importante” soprattutto ora “che è ripreso il flusso migratorio”. I giovani oggi non fuggono, si muovono e l’unico scandalo è che l’Italia non è attrattiva” per gli altri.

Parlare di fuga è sbagliato. Se, dunque, è vero che “l’emigrazione è cambiata in se stessa” devono cambiare anche gli organismi che la rappresentano come i Comites che dopo 10 anni dalle ultime elezioni saranno rinnovati il 19 dicembre. La storia ci ha spinto fuori dai nostri confini e questo ha creato un’opportunità che dobbiamo utilizzare, ha concluso il sottosegretario.

A tirare le conclusioni, il Direttore generale di Migrantes, Giancarlo Perego, secondo cui "è diventato sempre più indispensabile riflettere sulla mobilità italiana, studiando e analizzando un fenomeno sociale che da sempre caratterizza l’Italia. È ovvio che la migrazione si evolve nel tempo e che i migranti di oggi vivano situazioni differenti.  In questo contesto, il compito di Migrantes è “ricerca, documentazione, formazione e informazione”. In questo senso, il Rapporto “è uno strumento culturale che si propone di trasmettere informazioni, nozioni, conoscenze sull’emigrazione italiana del passato e sulla mobilità degli italiani di oggi attraverso un linguaggio semplice e immediato, aiutando la lettura e la comprensione di questi complessi fenomeni sociali”.

Novità di questa edizione uno “Speciale Eventi” che, raccontando di quanto succede nel mondo, si sofferma sui cento anni della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato e sull’Expo 2015.  Concludendo, Perego ha sintetizzato in quattro punti le proposte del Rapporto Italiani nel Mondo 2014: “l’attenzione alla Storia e alle Storie; le giuste parole per dirlo; ripensare alla rappresentanza e guardare ai nuovi scenari”.