Un sì vincolato dalla Uil e un invito a proseguire il confronto dalla Cgil. Si fanno un po' più chiare le posizioni dei sindacati sul documento per la produttività già approvato dalle imprese, con Cisl e Ugl che hanno formalizzato già sabato scorso e senza alcuna riserva né osservazione il via libera al documento.

LA NUOVA LETTERA DI CAMUSSO. Il testo contiene “elementi non condivisibili” e per questo il confronto viene considerato “non esaurito, in particolare sul salario, sulla democrazia e sulle normative contrattuali” e “merita la prosecuzione”. Così in una lettera (qui il testo integrale) inviata alle strutture Cgil - dopo quella di venerdì scorso alle controparti - il segretario generale di corso d'Italia Susanna Camusso ripercorre lo stato della trattativa. Il giudizio resta negativo su alcune questioni, a paritre dalla scelta del governo e delle controparti di considerare le condizioni di lavoro l'unica variabile della produttività su cui agire, una scelta che "ha fin dall'inizio segnato negativamente il negoziato".

Nel merito, la Cgil continua a ritenere che il ccnl debba tutelare il potere d'acquisto di ogni singolo settore, incrementando i minimi tabellari, mentre il secondo livello (che attualmente riguarda meno del 30% del lavoro dipendente) deve aggiungere risorse legate alla produttività nell'impresa. Per questo ha proposto una formulazione diversa per rendere esplicita la separazione tra i due livelli: la garanzia del potere d'acquisto da attuarsi nei rinnovi contrattuali; l'introduzione di un altro elemento distinto, che scatterebbe laddove non vi sia la contrattazione aziendale. Restano da sciogliere anche altri nodi: rappresentanza (l'accordo del 28 giugno 2011 non è ripreso pienamente), il rischio demansionamento e di eventuali modifiche allo Statuto dei lavoratori sul controllo a distanza.

VIA LIBERA VINCOLATO DALLA UIL. In mattinata è arrivato dalla segreteria Uil, il "parere favorevole" all'intesa. Lo riferisce in una nota il sindacato di via Lucullo. "La premessa del testo - si legge - è parte integrante dell'accordo stesso. La portata di questa intesa dipende dalla decisione del governo di rendere strutturale la detassazione dei premi di produttività applicando un'imposta, sostitutiva dell'Irpef e delle addizionali, al 10% sui redditi da lavoro dipendente fino a 40 mila euro lordi annui".

"Solo a questa condizione l'accordo avrà un senso - aggiunge la Uil - e sarà in grado di contribuire all'avvio della crescita della produttività e della competitività in Italia. Si sollecita, pertanto, il governo a procedere coerentemente e ad attuare i provvedimenti conseguenti". Questi provvedimenti sono considerati dalla Uil "indispensabili a rendere esigibile l'accordo stesso". La confederazione ha inviato alle parti interessate la lettera con cui conferma il proprio parere favorevole.