Si è chiuso positivamente l'incontro tenutosi a Piombino tra Issad Rebrab, presidente dell'azienda algerina Cevital, nuova proprietaria delle acciaierie ex-Lucchini, e i sindacati nazionali Fiom, Fim e Uilm. “Abbiamo rimarcato due punti fondamentali. Innanzitutto un taglio con il passato, cioè il fatto che ci sia un gruppo dirigente davvero in grado di rilanciare questo sito e renderlo competitivo su tutti i fronti – ha affermato Mario Ghini, segretario generale Uilm alla fine dell'incontro –. Poi, naturalmente, la necessità di salvaguardare l’occupazione. Non possiamo pensare che a priori ci sia un numero di lavoratori che rimanga fuori da questa operazione. Il fatto che gli accordi del passato saranno fatti decadere per noi non è un buon punto di partenza. Lavoreremo sulla garanzia occupazionale per tutti e sulla possibilità di recuperare il salario. Intanto ci hanno assicurato che tra circa dieci giorni sarà presentato il piano industriale ufficiale e allora avremo una base seria da cui partire”. Il riferimento è al fatto che nei piani della Cevital è prevista la riassunzione di 1.860 operai contro i 2.200 attuali, con l’esclusione così di quasi 400 lavoratori, e all'azzeramento degli accordi aziendali esistenti e quindi da ridefinire.

Insomma: la nuova proprietà c'è e ha allontanato i peggiori scenari, ma sono ancora molti i punti su cui lavorare, come quello del costo dell'energia. Cevital giudica positivamente il coinvolgimento dei sindacati nazionali perché facciano pressione sul governo per ottenere un prezzo molto più basso rispetto a quello attuale riservato alla ex Lucchini, insostenibile per chi produce acciaio con i forni elettrici. “Confermiamo il giudizio positivo sul piano di investimenti di Cevital per la ex-Lucchini, perché gli accordi prevedono la necessità di un'intesa coi sindacati sugli aspetti occupazionali e sulle condizioni normative, e gli investimenti sono la condizione per poter fare la trattativa – ha dichiarato Maurizio Landini, segretario generale Fiom –. Cevital ha confermato l'impegno sugli investimenti e ci è stato detto che stanno valutando quali migliori tecnologie utilizzare per la produzione dell'acciaio, prendendo in considerazione tutte le possibilità impiantistiche che Piombino può offrire. È necessaria la tutela di tutti i livelli occupazionali e nell'ambito della ridefinizione degli accordi aziendali dobbiamo trovare soluzioni che oltre all'occupazione tutelino anche i contenuti della prestazione lavorativa”.

Per Landini, tuttavia,“ogni accordo dovrà avere il consenso dei lavoratori e delle lavoratrici. Il tema dell'energia poi interessa l'intero settore. Ne abbiamo discusso anche per Terni: dove ci sono forni elettrici, infatti, l’energia rappresenta uno dei costi principali. E siccome per le altre acciaierie, compresa quella umbra, si sono fatti accordi, sono convinto che lo stesso ragionamento vada fatto non solo per Cevital ma anche per tutte le altre attività che ci sono a Piombino”.  

Dello stesso avviso il segretario generale della Fim Sandro Pasotti, che ha aggiunto: “È stato il primo confronto nel quale Cevital ci ha spiegato in modo dettagliato quello che intende fare nell'area siderurgica, nel polo logistico, nel porto e nell’agro-alimentare. Cevital ci ha confermato che è a buon punto sugli ordinativi per far partire gli interventi di ristrutturazione e già dal primo aprile si partirà con i lavori. Ci è stato assicurato, inoltre, che in non più di 24 mesi gli impianti saranno di nuovo a pieno regime e che si tornerà finalmente a produrre acciaio a Piombino, con una capacità di due milioni di tonnellate all'anno”.