"A pochi giorni dall’incontro a Genova con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, esprimiamo grande disappunto, preoccupazione e rammarico per una situazione industriale e occupazionale che, da tempo, mette in ginocchio il tessuto economico e sociale dell’area metropolitana e non solo. Abbiamo già lanciato l’allarme a istituzioni e politica, che non hanno saputo cogliere la gravità della situazione. Le rassicurazioni di De Vincenti, ascoltate nell'incontro di appena sei giorni fa, non sono bastate, anzi: è sotto gli occhi di tutti che le crisi industriali di Piaggio, Ericsson, Ilva, ecc.. non si risolveranno a tavoli di benvenuto offerti dai partiti che rischiano di diventare solo autoreferenziali". È quanto affermano Ivano Bosco, Luca Maestripieri e Pierangelo Massa, rispettivamente segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Genova.

"Cittadini e lavoratori non meritano mezze verità e si sentono presi in giro: basta ascoltare i discorsi delle persone comuni nelle nostre sedi per capire l’aria che tira. Chiediamo un incontro urgente con i vertici delle istituzioni locali e il prefetto di Genova per capire quali possano essere le azioni più rispondenti per programmare la ripresa e il rilancio del territorio. Comprendiamo l’importanza dei temi istituzionali posti dal governo, ma non è accettabile che il lavoro non sia al primo punto nell'agenda politica, riscontrabile nei fatti attraverso comportamenti conseguenti".

I sindacati auspicano dunque "una forte presa di coscienza da parte di tutti, poiché i 279 lavoratori dell’industria, di cui tanto si parla oggi sui giornali, rischiano di non essere un caso isolato. Politica e imprenditoria - insistono i tre segretari generali - dimostrino di saper battere un colpo per non essere preda di chi non sa decidere il futuro dei propri cittadini, ma solo vendere (o svendere) le nostre aziende migliori e consegnare con facilità, a soggetti astuti e interessati, siti industriali di pregio, mandando al macero professionalità costruite negli anni".

"In tutta franchezza, ci chiediamo a che cosa serva il ministero dello Sviluppo economico, se non per constatare, come un medico legale, la morte delle aziende che operano in Liguria. La disfatta delle politiche economiche degli ultimi 25 anni ci costringe a guardare in faccia l’amara realtà: politica e istituzioni devono assolutamente dimostrare di essere all’altezza delle loro responsabilità", concludono gli esponenti provinciali di Cgil, Cisl e Uil.