PHOTO
Nei primi tre mesi del 2013 si potrà andare in pensione con il contagocce. Fino all'inizio di aprile, infatti, riusciranno a uscire dal lavoro solo pochissime persone, in gran parte lavoratori autonomi che usufruiscono ancora delle vecchie regole. Per gli altri scatta la mannaia non solo delle norme Fornero, ma anche quelle sull'aspettativa di vita che aggiungono tre mesi di attesa a tutti.
Anche chi ha raggiunto i 66 anni (e che quindi avrebbe mantenuto le regole della riforma Sacconi, 65 anni più un anno di finestra mobile) dovrà aspettare ancora tre mesi. Per chi li ha compiuti prima del 31 dicembre l'uscita era possibile entro il 2012 (poiché i 65 erano stati compiuti entro il 2011) ma per chi spegne le 66 candeline dal 1 gennaio 2013 in poi, la pensione arriverà solo dopo aprile.
Di fatto - rifersice l'Ansa - l'Inps liquiderà nei prossimi tre mesi pochissimi nuovi assegni in attesa che vengano accettate le domande dei lavoratori esodati che rientrano nei decreti sui salvaguardati. Per ora solo il primo è operativo mentre il secondo che ne prevede 55mila è appena stato registrato dalla Corte dei Conti. Per i prossimi giorni il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha annunciato la lista dei primi salvaguardati che potranno andare in pensione con le vecchie regole.
Per chi non rientra nella platea dei salvaguardati, l'uscita dal lavoro sarà condizionata dalla stretta Monti-Fornero. Per le donne dipendenti bisognerà aspettare i 62 anni e tre mesi ed è probabile che pochissime nei primi tre mesi del 2013 lasceranno il lavoro, poiché si è passati dai 61 anni necessari nel 2012 ai 62,3 attuali. Stessa strada in salita per chi uscirà con la pensione anticipata come conseguenza della riforma che ha portato da 41 a 42 anni e 5 mesi gli anni di anzianità contributiva per andare in pensione indipendentemente dall'età (gli uomini mentre per le donne bastano 41,5).
Nel frattempo, il ministro Fornero ha avviato un'istruttoria sulla circolare Inps che prevede che gli invalidi civili al 100%, per avere la pensione di invalidità, debbano fare riferimento non più al reddito personale, ma anche, a partire dal 2013, a quello del coniuge. Lo riferisce il ministero di via Veneto, aggiungendo che la stessa Fornero ha inviato una lettera al presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, sottolineando che "ogni decisione al riguardo debba essere presa solo a seguito del completamento dell'istruttoria". La circolare aveva scatenato la protesta dei sindacati, secondo cui decine di migliaia di domande tra le 85mila presentate per quest'anno rischiano di essere rigettate.