Ci sono 105 milioni di euro nel triennio, sulla carta, da impiegare per 63 interventi sulle strade secondarie dissestate, franate, interrotte, nell'area della città metropolitana di Palermo. Strade da riparare che possono essere occasione di lavoro per edili, geologi, ingegneri, forestali. La Cgil del capoluogo siciliano, che in uno studio realizzato ha evidenziato tutti i punti fragili della viabilità dell'area metropolitana ed elencato i tipi di intervento e i finanziamenti, chiama a raccolta istituzioni, enti, associazioni e comuni, dall'Anas, all'assessorato ai Trasporti della Regione, al Comune di Palermo, ai Comuni della Provincia, per avviare una fase di monitoraggio e di controllo della spesa dei fondi destinati ai lavori. E per chiedere che dagli annunci si passi all'apertura dei cantieri e alla messa in sicurezza del territorio con l'avio delle opere pubbliche. 

L'occasione sarà la presentazione di un dossier che sarà illustrato domani nel corso dell'iniziativa “Viabilità secondaria. Necessità primaria”, che si terrà il 6 dicembre alle ore nella sala Bosco della Camera del Lavoro, in via Meli, 5

Un'iniziativa che nasce da un viaggio su circa mille chilometri di strade in molti tratti franate, scoscese, impercorribili, dell'entroterra palermitano, che la Cgil ha svolto in quattro tappe, attraversando tutte e cinque le aree della provincia palermitana, per raccontare la difficoltà quotidiana di abitanti e lavoratori dei paesi interni, in particolare delle Madonie e del Corleonese, alle prese con una rete stradale fatiscente, senza manutenzione. “Un viaggio all'antica, sull'auto, percorrendo le strade che collegano il capoluogo col resto della provincia. Allontanandosi dalla città – dice Mario Ridulfo - si scopre una situazione che rasenta il disastro di tantissime strade chiuse, impercorribili e pericolose, ma usate da mezzi privati e operatori economici. Strade provinciali che sono anche la via di figa in caso di calamità naturali e che costringono a lunghi viaggi chi deve raggiungere un ospedale o un ente da un paese a un altro, con grave disagio per i cittadini”. 

Le fasi del viaggio, contenute nel dossier, illustrate da foto che saranno proiettate nel corso della mattinata, mostrano strade, alcune trasformate in torrenti o ridotte della metà dalle frane, che hanno bisogno di interventi di manutenzione straordinaria immediata e in molti casi di manutenzione ordinaria, ormai assente. Ci sono cartelli che annunciano l'inizio e la fine di lavori, mai eseguiti. E strade franate chiuse al transito ma solo sulla carta: le auto passano lo stesso. Sono solo 40 i cantonieri e capocantonieri nell'organico della ex Provincia, che si occupano della manutenzione di circa 2.300 km di strade provinciali: nel 1993 i cantonieri erano 500. In totale le chiusure riguardano 19 strade provinciali e due ex consortili. 

Intervengono all'iniziativa, presieduta dal segretario Cgil Palermo Enzo Campo, Mario Ridulfo, della segreteria Cgil Pa con la relazione introduttiva, Domenico Giannopolo, sindaco di Caltavuturo, Eutilio Mucilli, direttore regionale Anas Sicilia, Leoluca Orlando, sindaco città metropolitana, Antony Passalacqua, Mobilita Palermo, Francesco Piastra, segretario Fillea Cgil Pa, Saverio Piccione, segretario d'organizzazione Cgil Sicilia, Giovanni Pistorio, assessore regionale Infrastrutture e Mobilità, Fabio Sanfratello, presidente Ance Palermo, Franco Spanò, segretario generale Filt Cgil Sicilia. Conclude Gianna Fracassi, segretaria nazionale Cgil.