Alzare il tetto del debito, che è già il più grande del mondo, e farlo crescere ancora per “evitare il disastro”. Il monito contro il default del presidente Obama va nella direzione opposta rispetto agli appelli a cui sono abituati soprattutto gli europei sul contenimento del debito: qui il debito va lasciato crescere per evitare, appunto, il disastro.

Un innalzamento, sopra gli attuali 16,4 trilioni di dollari, da concordare con il Congresso entro marzo. Un mancato accordo, per Obama, sarebbe una “ferita autoinflitta” all'economia americana e “un disastro non solo per gli Stati Uniti ma per l'economia mondiale”.

Con il presidente si schiera anche Ben Bernanke: anche il governatore della Federal Reserve ha chiesto al Congresso di alzare il tetto del debito, perché il default “costerebbe caro” all'economia statunitense. Nonostante il 'fiscal cliff' evitato all'inizio dell'anno, infatti, gli Stati Uniti “non sono ancora fuori dai guai”. “E' molto, molto importante che il Congresso compia le azioni necessarie per aumentare il tetto del nostro debito, per evitare una situazione in cui il nostro governo sia incapace di pagare i conti” ha detto Bernanke.

Bernanke ha aggiunto che la Federal Reserve non fermerà, al momento, le misure “non convenzionali” e straordinarie per spingere la ripresa degli Usa. E riguardo i segnali che arrivano dall'economia statunitense, Bernanke ha detto: “Ci sono alcune cose positive, ma voglio essere chiaro, c'è ancora molto da fare”.

Anche il ministro del Tesoro, Tim Geithner, ha scritto al Congresso per identificare la finestra di tempo del possibile default: "Fra la metà di febbraio e l’inizio di marzo", dice. E dunque "bisogna agire il prima possibile per evitare di mettere a rischio gli 80 milioni di spese mensili per Previdenza, Sanità, sussidi di disoccupazione e stipendi di militari".

E se invece i repubblicani non cedessero alle pressioni di Obama? Per evitare il default, scrive oggi il Sole 24 Ore, la Casa Bianca dovrebbe a quel punto avviare una serie di tagli draconiani e generalizzati alla spesa governativa, pari al 40% del totale, rinviando gli assegni per la pensioni del Social Security come i pagamenti dei contratti per gli appalti della difesa e cedere asset quali riserve aurifere o titoli garantiti da mutui.

Ma in campo c'è anche l'ipotesi di coniare una moneta di platino da un miliardo di dollari da depositare presso la Federal Reserve per ritirare così una parte del debito. Ipotesi che sembra fantasiosa, ma che non è stata ancora smentita da Obama.