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“Le novità introdotte dall’Unione Europea nell’ambito della transizione dell’automotive sono un evidente freno alla direzione della riduzione delle emissioni inquinanti”. A dirlo è il segretario nazionale Fiom Cgil Samuele Lodi: “Le conseguenze si dispiegheranno nel corso degli anni e, come troppo spesso accade, si scaricheranno sulle future generazioni”.
Per il dirigente sindacale “è chiaro che, anche in un nuovo quadro regolatorio, sono necessari ingenti investimenti pubblici e privati per non allargare il gap che già oggi l’industria automobilistica europea registra nei confronti della Cina. Investimenti in ricerca, sviluppo delle nuove tecnologie e produzione sono fondamentali per la tenuta industriale, sociale e occupazionale, messa già oggi a rischio a causa dei mancati investimenti europei, nazionali e delle case produttrici”.
Per quanto riguarda l’Italia, per Lodi “è necessario un netto cambiamento di strategia di Stellantis e del governo. Stellantis non può continuare a nascondere le proprie responsabilità dei mancati investimenti scaricando tutto sulle regole europee. Da anni il processo di disimpegno ha prodotto l’attuale situazione contraddistinta da un crollo continuo delle produzioni in Italia, nessun investimento in ricerca e sviluppo a partire da nuovi modelli mass market che devono essere allocati negli stabilimenti italiani, interessati ormai da anni da pesante cassa integrazione. Le mini auto elettriche annunciate oggi dall’Ue, devono essere prodotte anche in Italia”.
Il segretario nazionale Fiom così conclude: “Stellantis deve decidere di tornare a investire nel nostro Paese. Il governo, da parte sua, non può continuare a sostenere che tutto va bene. Il settore automotive sta precipitando, da Stellantis a tutto l’indotto e alla componentistica. Il tavolo automotive deve essere spostato a Palazzo Chigi per un confronto che porti a soluzioni concrete che vadano oltre la propaganda”.






















