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Quattro ore di sciopero a fine turno oggi (mercoledì 17 dicembre) per le lavoratrici e i lavoratori delle cartiere, che chiedono il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto un anno fa. Lo sciopero è stato proclamato da Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Chimici carta e stampa.
Le trattative si sono interrotte il 17 settembre scorso, quando Assocarta e Assografici hanno fatto una proposta economica che le tre sigle hanno dichiarato “irricevibile”: 190 euro contro la richiesta di 311, calcolati al livello medio professionale, per recuperare il potere di acquisto.
La controparte, secondo i sindacati, ha risposto in maniera insufficiente a fronteggiare il peso dell’inflazione, nonché a offrire livelli adeguati di previdenza e assistenza sanitaria integrative. Inoltre, la proposta di aumento della quota di maggiorazione paga per il lavoro notturno dell’1 per cento è stata ritenuta “provocatoria".
“La proposta della parte datoriale è molto al di sotto delle aspettative, soprattutto se pensiamo ad alcune caratteristiche specifiche del settore: lavoro a ciclo continuo, turni pesanti anche di notte, mansioni usuranti e rischi elevati”, spiega la segretaria nazionale Slc Cgil Giulia Guida: “Lo stato di mobilitazione è cominciato due mesi fa e sta raggiungendo punte elevate di coinvolgimento, tanto che le macchine in alcune fabbriche si sono proprio fermate”.
Oltre al tema del salario, c'è sul tavolo una proposta per la revisione del sistema dell'inquadramento professionale. Se fino a qualche tempo fa era possibile attingere a competenze di base nell’ambito del lavoro manuale, oggi occorrono titoli professionali specifici e competenze estremamente performanti. La Slc Cgil ha recentemente condotto una ricerca allo scopo di censire al meglio il settore da un punto di vista delle competenze e mansioni professionali, con l’obiettivo di ridisegnare i nuovi profili all’interno di un contratto che tenga conto delle innovazioni.
Sono ben 80 mila i lavoratori interessati dal rinnovo del contratto collettivo del comparto carta e cartotecnica. Di questi, 55 mila cartotecnici e 21 mila cartai. Il rinnovo arriva in una fase complessa di tutta l’industria italiana, che sta fortemente interessando la produzione della carta, con situazioni di crisi molto complesse.
Si pensi alla Fedrigoni, dove alla fine di ottobre si era arrivati a un accordo per la salvaguardia e il ricollocamento dell’80per cento del personale. Si pensi all’intero distretto cartario lucchese, che produce circa l'80 per cento di tutta la carta tissue italiana (usi igienici e sanitari). Circa 6 mila addetti e 200 imprese, che si asterranno dal lavoro per il doppio delle ore, otto in tutto.
“Questo è un settore che ha fatto la storia dell’industria italiana – conclude Guida – e noi rischiamo di disperdere un patrimonio immenso in termini di competenze e competitività, anche perché manca un sostegno concreto da parte del governo. I costi dell’energia continuano a essere veramente troppo alti e insostenibili per imprese che lavorano moltissimo”. Le organizzazioni sindacali si aspettavano di poter riaprire il tavolo prima della fine dell’anno, ma al momento la situazione è di nuovo in stallo.

























