"Il 27 febbraio, a seguito della seconda proroga, si chiuderà la procedura di licenziamento collettivo che coinvolge i 426 lavoratori di Milano 90. Siamo preoccupati perché, a oggi, nonostante gli innumerevoli tentativi di ricercare una soluzione occupazionale per i lavoratori, l’unica certezza che abbiamo è la cessazione dei rapporti di lavoro". Così, in una nota, la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, e il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Claudio Di Berardino.

"Nel frattempo – continuano i due dirigenti sindacali –, si sta predisponendo la gara di appalto per i servizi da fornirsi all’interno del palazzo Valdina, luogo dove sono stati spostati gli uffici dei deputati precedentemente allocati presso i Palazzi Marini. Crediamo sia a questo punto indispensabile che la presidente Boldrini, il collegio dei Questori, il servizio amministrazione della Camera dei Deputati vigilino e si attivino perché nel capitolato di appalto si stabiliscano criteri oggettivi per l’individuazione dei lavoratori da assumere permettendo loro di svolgere, attraverso la verifica della corretta applicazione degli stessi, un ruolo di garanti della trasparenza delle procedure".

"È sconcertante – aggiungono Camusso e Di Berardino –, poi, che il Comune di Roma Capitale si dimostri del tutto disinteressato al dramma occupazionale e retributivo che investe i lavoratori di Milano 90. L'amministrazione capitolina nega il confronto con le organizzazioni sindacali, che stanno rivendicando la continuità occupazionale negli uffici dove saranno trasferiti i consiglieri comunali. Un atteggiamento sordo e cieco, che non fa onore a una Giunta che dell'equità, del lavoro e della lotta alle ingiustizie si fa vanto. Per il sindacato, è intollerabile che i contenziosi tra alte istituzioni e imprenditori si svolgano sulla pelle dei lavoratori".