Margherita Distribuzione, la società facente capo a Conad che ha acquisito Auchan e Sma, avvia la procedura per l’attivazione della cassa integrazione straordinaria per una platea di 8.873 dipendenti distribuiti nelle regioni di Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna e Veneto. 

La comunicazione, inviata alle federazioni del commercio di Cgil, Cisl e Uil, è arrivata alla vigilia dell’incontro previsto per oggi (venerdì 14 febbraio) a Roma per la procedura di mobilità delle sedi precedentemente aperta dall'impresa, il cui confronto sarebbe già stato complicato sia per l’emergenza occupazionale dei lavoratori coinvolti, sia perché è evidente che il venir meno delle sedi centrali dell’impresa palesa un rischio imminente per tutti i dipendenti della logistica e per quelli operanti nei punti vendita che non hanno ancora trovato un acquirente né dentro né fuori il mondo Conad.

"Sulla procedura di richiesta di cassa integrazione – commenta la Filcams nazionale – ci sono già evidenti criticità e dubbi che dovranno essere affrontati il prima possibile: la comunicazione aggrega, in un generico 60 per cento di riduzione massima, i dipendenti che dovranno essere sospesi per un intervento di riduzione del costo del lavoro e quelli che invece sappiamo che saranno sospesi per interventi di riduzione della superficie degli ipermercati e quindi in un ambito di riorganizzazione. Tra i punti vendita citati ce ne sono alcuni che sono già stati oggetto di passaggio alla rete Conad e non si comprende la competenza che abbia Margherita nell'attivare la cassa; di contro ne mancano altri che in precedenti incontri, fatti sia a livello nazionale che territoriale, risultava potessero avere criticità. Ancora una volta da parte dell’impresa una comunicazione approssimativa su cui la Filcams esigerà chiarezza".

Il sindacato "ritiene indispensabile riprendere la trattativa su un accordo quadro di gestione della vertenza che l’impresa ha di fatto negato nei mesi precedenti volendo imporre le proprie posizioni al tavolo, manca ancora un piano di salvaguardia occupazionale e nonostante gli annunci fatti sulla stampa l’impresa non ha ancora chiarito quante persone possono essere ricollocate nella rete Conad, la cassa integrazione può, evidentemente, solo ammortizzare temporaneamente il rischio esuberi. È inoltre importante che il Mise, a questo punto congiuntamente al Ministero del Lavoro, preveda una nuova convocazione delle parti a breve termine per riprendere la vertenza prima che sia troppo tardi".

“A oggi manca ancora chiarezza sul piano industriale di rilancio di un'azienda che continua a perdere fatturato senza alcun investimento se non la sorpresa sulla richiesta di Conad di collocare i dipendenti in cassa intestazione – afferma Nella Milazzo, segretaria generale di Filcams Cgil Sardegna, dove sono coinvolti 435 dipendenti dei 725 totali delle Città mercato di Cagliari, di Olbia e di Sassari –. Non vorremmo che la cassa integrazione prevista per tutto il 2020 sia l'anticamera di licenziamenti nel 2021”. "Questa vertenza si sta contraddistinguendo per tinte nere quasi da film horror per l'atteggiamento chiuso di Conad che al tavolo della trattativa si rifiuta di dare risposte concrete sul futuro dei lavoratori – afferma invece Giuseppe Atzori, segretario in Sardegna della Fisascat Cisl –. Siamo in attesa da mesi della delibera definitiva dell'Antitrust sulle 101 sovrapposizioni, verdetto che porta ulteriore incertezza sul piano di ristrutturazione aziendale che potrebbe vedere Conad dover cedere a terzi i negozi Auchan con ulteriori esuberi”. Tutti compatti. “È l'ennesimo colpo di scena di Conad su un'acquisizione nata male che sta finendo peggio”, denunciano le sigle. “Il numero dei lavoratori collocati in cassa integrazione è inaccettabile e minerebbe allo stesso buon andamento degli ipermercati”.