Hanno preso carta e penna e scritto una lettera al direttore del loro negozio per denunciare come le aperture indiscriminate dei negozi nei giorni festivi "non abbiano prodotto un aumento dei posti di lavoro, ma solamente una differente distribuzione delle già scarse risorse di organico nei vari negozi" e al contempo abbiano però portato "a un peggioramento delle condizioni di vita di lavoratori e lavoratrici del comparto, e a un impoverimento economico e culturale del centro cittadino". L'iniziativa - raccontata oggi dal quotidiano "La Nuova Venezia" - è di un gruppo di commesse del Centro commerciale Le Barche di Mestre (Ve) che hanno chiesto così al datore di lavoro di poter discutere per trovare un equilibrio che salvaguardi i cambiamenti degli stili di vita e al contempo il diritto al riposo.

Il documento è stato presentato dalla commessa e delegata sindacale Filcams Cgil Nicole Chirici e sottoscritto da diverse dipendenti dei negozi delle Barche. La lettera arriva a ridosso della Festa dei Lavoratori, quando la maggior parte dei centri commerciali della zona saranno aperti. "Dall'entrata in vigore del Decreto Salva Italia - si legge nella lettera delle commesse -  negli ultimi tre anni abbiamo assistito a una progressiva estensione degli orari di apertura del centro commerciale, prima con l'abolizione della chiusura domenicale, poi delle festività nazionali, eccetto i giorni di Natale, Santo Stefano, Pasqua e Capodanno. Alla luce sia di quello che costatiamo concretamente ogni giorno, sia dei dati su lavoro e consumi, questa politica non ha portato benefici, mentre noi ci troviamo spesso da sole a presidiare interi reparti, fattore che ha peggiorato visibilmente anche l'aspetto fondamentale della sicurezza di lavoratrici e lavoratori e della merce stessa, oltre che la qualità di servizio ai clienti".