Mercoledì 23 aprile, presso la sede di Confindustria Monza, si è svolto l'incontro tra la direzione Marcegaglia e le organizzazioni sindacali per approfondire tutti gli aspetti di carattere indutriale relativi alla decisione aziendale di chiusura dello stabilimento di Sesto San Giovanni e conseguente trasferimento di una parte delle attività presso lo stabilimento di Pozzolo Formigaro (AL).

Secondo Marcegaglia, la decisione di accorpare le produzioni in un unico sito, rappresenterebbe l'unica soluzione per continuare a produrre pannelli per l'edilizia in una condizione di guadagno economico e soprattutto di miglioramento qualitativo condizioni che ad oggi non sussisterebbero per quanto riguarda la realtà milanese.

A questo proposito il piano dell'azienda prevederebbe a partire dal mese di ottobre lo spostamento della prima linea, che a tutt'oggi è allocata presso lo stabilimento di Taranto e successivamente altre due linee che oggi producono pannelli a Sesto San Giovanni. Trasferimento che secondo i piani aziendali dovrebbe effettuarsi entro il prossimo febbraio.

Di fatto presso lo stabilimento di Alessandria verrebbero installate tre linee per produrre pannelli, mentre per le rimanenti linee l'azienda non avrebbe ancora deciso quale sarà la loro destinazione. Trasferimento che secondo Marcegaglia dovrebbe seguire una particolare tempistica, che non solo entro febbraio 2015 dovrebbe ultimarsi, ma soprattutto dovrebbe consentire la non interruzione della produzione richiesta dai clienti. Tutto questo, secondo l'azienda potrà essere praticabile solo se da parte del sindacato verrà dichiarata la disponibilità ad un accordo sindacale in tempi molto brevi.

Per quanto riguarda gli aspetti occupazionali legati alla decisione industriale dell'azienda, ad oggi il trasferimento delle linee ad Alessandria confermerebbe comunque la presenza di circa 75 esuberi tra i due stabilimenti (35/40 a Pozzolo Formigaro e 35 a Sesto San Giovanni), considerato che 22 impiegati verrebbero trasferiti nella sede milanese di via Della Cava.

“Sulla base di queste dichiarazione l'azienda ha presentato un 'piano sociale', ma che di sociale ha davvero ben poco - dichiara Mirco Rota, coordinatore nazionale Fiom degli stabilimenti Marcegaglia - un piano che prevederebbe una serie di interventi: per coloro che volontariamente decideranno di non accettare il trasferimento in provincia di Alessandria secondo l'azienda oltre all'utilizzo degli ammortizzatori sociali (cassa e mobilità) un incentivo all'esodo di 26.000€ lordi comprensivo del periodo del mancato preavviso".

Inoltre, per i lavoratori che accetteranno il trasferimento l'azienda ha prospettato due ipotesi: la messa a disposizione di un servizio bus e un'indennità pari a 100€/mese lorde legate alla presenza in alternativa ad una cifra di 200€/mese lorde per chi dovesse trasferirsi con la propria auto. La durata degli incentivi non è stata precisata dall'azienda.

“A questo proposito – dichiara ancora Rota - da parte sindacale sono state avanzate forti obiezioni rispetto al piano dell'azienda a partire dal fatto che l'operazione maschererebbe di fatto, come praticamente ipotizzato anche da parte di Marcegaglia, un numero consistente di licenziamenti, vale a dire di lavoratori che non potranno trasferirsi”.

“Anche per queste ragioni abbiamo avanzato la richiesta di valutare altre ipotesi industriali in alternativa a quella aziendale, partendo dal fatto che lo spostamento non garantirebbe nessun risparmio sul piano di alcuni costi industriali (materia prima e costo del personale) che tra l'altro incidono per quasi il 90% rispetto ai costi totali di produzione. Spostamento che graverebbe esclusivamente sulle spalle dei lavoratori e che da aprte aziendale da un lato consentirebbe di realizzare in futuro un guadagno consistente sull'area sestese”, continua Rota.

“Anche per questo motivo abbiamo avanzato la richiesta di prendere in considerazione altre ipotesi adeguate, sia per il migioramento degli standard qualitativi che di profitto, ma che salvaguardino realmente l'occupazione. Perplessità tra l'altro confermate dal fatto che il piano industriale della Marcegaglia è davvero molto modesto e che secondo le prime valutazione non dovrebbe superare i 5 milioni di euro. Più che un piano industriale parrebbe un pianino aziendale fatto sui risparmi occupazionali previsti”, conclude Rota.

Lunedi 28 si terranno le assemblee dei lavoratori per fare il punto della situazione e valutare insieme le opportune iniziative sindacali.