Oggi è il giorno della delibera con cui la nuova giunta di Roberto Formigoni, “rimpastata dopo l’ennesimo scandalo giudiziario, prova a mandare in soffitta l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. L’idea, scrive Repubblica, è quella di “un ‘patto’ tra Regione, sindacati e imprese, grazie al quale i lavoratori oggi tutelati dall'articolo 18 rinunciano a ricorrere davanti al pretore in caso di licenziamento. In cambio, le aziende garantirebbero un'‘indennità di terminazione’ ("Formigoni terminator", titola il Manifesto, ndr), proporzionata all'anzianità di servizio. E la Regione si accollerebbe i costi legati alla riqualificazione del lavoratore licenziato. Questo prevedono gli articoli 3 e 7 del provvedimento”

Dura la reazione della Cgil regionale.
“Formigoni – accusa il segretario generale Nino Baseotto – usa la Lombardia come grimaldello per far saltare la contrattazione nazionale, non ha alcun senso presentare oggi un progetto di legge regionale su materie che sono oggetto di un delicato e difficile confronto tra governo e parti sociali”.
Evita polemiche, ma non condivide, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia: “Non voglio entrare nel merito – dice –, ma tra le politiche della Regione e quelle del Comune c'è una forte differenza”.