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... Restano in vita solo come accompagnamento per comunicazioni burocratiche: multe, avvisi e così via; sopravvivono soltanto in forma neutra. Con la scomparsa delle lettere familiari, affettive, di amicizia, di resoconto sono sepolte anche due componenti fondamentali della comunicazione: l’intonazione e la sfumatura.
L’occasione arriva dal periodo festivo appena trascorso, con auguri e comunicazioni affidati ai messaggini telefonici o alla posta elettronica; ma vale anche per ogni altro momento dell’anno. Rapidità, immaterialità, economicità sono insieme causa ed effetto di tale modo di comunicare. Si comunica sbrigativamente ma non si può fare a meno di comunicare: non ci si spiegherebbe, se no, come mai sia sempre più difficile incontrare persone che non siano attaccate al telefonino o a uno dei suoi derivati; o che al telefonino non siano state appena attaccate o che non stiano lì lì per esserlo.
L’intonazione e la sfumatura: ovvero la personalizzazione di ciò che si comunica. Succede di ricevere per sms biglietti che si scoprono subito fatti in serie e spediti, come dice il gergo, a tutti i destinatari. O di ricevere risposte già pronte, che suonano di metallico come la buonanima della voce della segreteria telefonica di qualche anno fa. Non solo: la necessaria concisione degli sms, unita all’assenza di intonazione e di sfumatura, è fiorente fonte di equivoci: un paradosso viene scambiato per verità, e viceversa. L’unico rimedio è stare in tale sintonia con l’interlocutore che il messaggio possa venir decifrato nella sua natura effettiva. Ma ciò richiederebbe un po’ di calma, un caffè bevuto insieme: un po’ di tempo. Invece siamo tanto impegnati a comunicare che non ci poniamo più il problema di comunicare correttamente. Sta qui racchiusa la soluzione di un enigma: li vedete tutti, per strada; camminano a gruppi, ma stanno tutti telefonando o inviando sms a qualcun altro. Il volume degli epistolografi dei tempi nostri non si farà.