“La situazione non è più sostenibile. Restare senza stipendio da settembre fino alla fine dell’anno non è né possibile e né dignitoso per i lavoratori dell’AraLazio. Da lunedì 26 ottobre i lavoratori del sistema allevatori del Lazio incroceranno le braccia fino a quando non verranno pagati gli stipendi". Così, in una nota, i segretari di Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil, Confederdia. "Non sarà più possibile per gli oltre 12mila allevatori Lazio avere i controlli funzionali sulla qualità del latte - continua la nota - ne' ottenere le certificazioni necessarie a incassare i premi Pac da parte della Comunità Europea. A settembre non sono state pagate le retribuzioni, nonostante i vertici di Aral, non più tardi di luglio, avessero assicurato che sarebbero state garantite fino al prossimo aprile. Sia AraLazio che l’assessorato regionale all’agricoltura hanno ribadito che non arriveranno contributi al sistema fino alla fine di novembre, questo significa non percepire lo stipendio fino a dicembre. Siamo consapevoli che lo sciopero causerà delle difficoltà agli allevatori, ma è giunto il momento di capire cosa deve fare Aral per uscire da questo vortice, considerando che ogni anno le risorse per i controlli funzionale che arrivano dal ministero dell’Agricoltura sono sempre di meno e che manca un vero piano di rilancio del settore. Così come è giunto il momento di sapere cosa intende fare l’assessore regionale all’agricoltura e capire perché, ad esempio, i soldi che sono arrivati dal ministero a giugno verranno trasferiti ad Aral solo a fine novembre. Per questi motivi abbiamo organizzato una manifestazione per il 4 novembre presso la Regione Lazio. Chiediamo risposte concrete sui finanziamenti e ad Aral un piano di serio di rilancio”‎.