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“Basta con la contrapposizione tra lavoratori pubblici e lavoratori privati”. Così il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, replica alla dichiarazioni di oggi del ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, aggiungendo che: “Nella crisi tutto il lavoro dipendente ha pagato un prezzo altissimo: il settore privato in termini di perdita di addetti ciò è dovuto al crollo della produzione e non a minori tutele contrattuali mentre i lavoratori pubblici hanno pagato, con il blocco dei contratti, in termini di perdita salariale, che nei settori privati invece ha retto meglio".
Per la dirigente sindacale “il ministro Madia dovrebbe considerare che i servizi pubblici garantiscono diritti e che in questi anni avremmo dovuto avere una crescita degli occupati che non c'è stata non solo per la mancata stabilizzazione dei precari ma anche in virtù dei tagli ai settori pubblici che continuano anche nella legge di Stabilità”. Quanto alle proposte, ricorda Sorrentino, “proprio la Cgil ha avviato da mesi la campagna 'Riformo IO' sulla qualificazione della pubblica amministrazione: alla presentazione doveva partecipare lo stesso ministro che però non si presentò al confronto”.
Infine, continua, “ma non per importanza, le categorie dei settori pubblici da tempo hanno rese pubbliche le loro proposte per una riforma della Pa per i cittadini che ricostruisca dignità e qualità del lavoro pubblico e dei settori privati ad esso collegati. La Cgil chiede da sempre la privatizzazione del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici, peccato che sia il governo a tornare alla legiferazione e al controllo della politica”. Inoltre, aggiunge la sindacalista della Cgil, “il ministro dice che c'è un problema di risorse per i contratti e che si lavora per garantire il superamento del precariato: non possiamo che essere d'accordo ma allora il governo assicuri nella legge di Stabilità le risorse necessarie per rinnovare i contratti, stabilizzare i precari, garantire i servizi ai cittadini, altrimenti sono affermazioni fuori dalla realtà”.
Sabato 8 novembre con una manifestazione nazionale a Roma, ricorda Sorrentino, “il lavoro pubblico si mobilita per rivendicare il diritto al contratto e, soprattutto, per difendere i servizi pubblici e i settori della conoscenza, unico argine a una crisi che impoverisce le persone e aumenta le diseguaglianze. Sono le politiche messe in campo che operano la divisione tra lavoratori pubblici e lavoratori privati, tra dipendenti e precari, tra nord e sud, tra chi un lavoro ce l'ha e prova a difenderlo e chi non riesce a trovarlo perché il governo toglie risorse alle politiche passive non investe nelle Politiche attive e non ha un'idea di sviluppo del paese”, conclude.