Allarme nei cantieri del terremoto nel Maceratese, una vera e propria giungla nelle Sae (le “soluzioni abitative in emergenza”) tra caporalato, operai fantasma e infortuni nascosti. La Cgil di Macerata denuncia una situazione preoccupante, con manovali reclutati in Romania con la promessa di 50 euro al giorno e poi non pagati. “Si tratta di una situazione grave, inammissibile”, commenta Daniel Taddei, segretario generale della Cgil Macerata.

Sono due i casi documentati: un infortunio non dichiarato di un lavoratore fantasma e quello che riguarda un operaio, italiano, retribuito solo con acconti che, di fatto, valgono la metà del lavoro svolto e che non ha ricevuto neanche una busta paga. Non solo, denuncia la Cgil, entrambi i lavoratori sono stati pressati dalle aziende per lasciare i cantieri. Un altro capitolo riguarda, invece, i mille “cunicoli” dei subappalti, dove si registrano reti di impresa, cooperative e nomi già noti perché molto vicini a ditte indagate per turbative d’asta.

Questa realtà emerge da un’accurata indagine della Cgil di Macerata che è stata realizzata nei cantieri delle Sae del Maceratese. L’infortunio e l'assenza di busta paga riguardano i lavoratori di un’area di Ussita, mentre la rete infinita dei subappalti sarebbe relativa a quasi tutte le aree del cantiere.

“Mentre un nostro funzionario era al campo base di Pieve Torina – racconta Taddei – un operaio gli ha raccontato di un uomo infortunato nel container. Abbiamo scoperto che questa persona non solo non è stata pagata, ma non aveva neanche un telefono per comunicare e non parlava italiano. Con un interprete ci ha spiegato che avevano intenzione di rispedirlo in Romania. Quando è stato trovato, erano già trascorse 9 ore dall'infortunio”.

L’altro caso documentato riguarda, come detto, un italiano. “Anche lui si trova nel campo di Pieve Torina – dice Taddei –. Ci ha contattato perché voleva un rimborso spese per la benzina per spostarsi con la sua auto dal campo base al cantiere. Ma poi la situazione che è emersa è risultata ben più grave”. Secondo Massimo De Luca, segretario generale della Fillea di Macerata, infatti, “questi due casi scoperchiano la giungla delle Sae”. Nei cantieri, secondo le ricerche Cgil, “lavorano infatti il doppio degli operai dichiarati ufficialmente e i problemi riguardano anche il reclutamento degli stessi lavoratori che avverrebbe direttamente in Romania. Non a caso la Cgil di Macerata ha segnalato alla Prefettura il rischio di infiltrazioni mafiose su di un subappalto affidato a una ditta che, a sua volta, ha costituito una rete di impresa, con aziende difficilmente tracciabili”.

Dopo questa denuncia, il Consorzio Arcale ha replicato negando che sui due casi ci sia alcun problema. Immediata la replica ironica di Taddei che cita tre episodi specifici: “Tutto questo ci ‘rassicura’, crediamo quindi che vi sia anche una spiegazione plausibile al fatto che a oggi non ci sia nessuna denuncia di infortunio presso l'Inail per il lavoratore L.R., che lo stesso non risulti al Cpl di Macerata, e che quindi possa rientrare tranquillamente nel suo alloggio nel campo base di Pieve Torina dopo essere stato allontanato indebitamente”.

“Siamo anche fiduciosi che al lavoratore A.B., anche lui illecitamente allontanato dal campo base – rincara il sindacalista –,  oltre che dal cantiere, sia data la possibilità di avere le buste paga e le relative spettanze non corrisposte e riprenda il lavoro immediatamente. In riferimento a un eventuale incontro per il 18 dicembre, pur essendo disponibili a qualsiasi azione che sani le situazioni datoriali inadempienti, non ci risulta alcuna richiesta formale. Ci interessa invece capire i motivi dell’esodo dei lavoratori cui stiamo assistendo, da oggi, dei cantieri. Vogliamo comunque rassicurare che la Cgil di Macerata continuerà la sua azione di tutela dei lavoratori, dei cittadini e delle legalità”.