È stata una settimana segnata dall’emergenza Coronavirus, che ha investito il Paese e che ha visto i sindacati in prima linea nell’affrontare la situazione e cercare di tutelare il lavoro. Ci sono stati due incontri ufficiali con l’esecutivo per studiare misure come cassa integrazione, lavoro agile, integrazione salariale, perché come ha chiarito il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, “non possiamo permetterci il blocco economico del Paese”. I decreti del governo hanno permesso di estendere la possibilità di ricorso allo smart-working, applicabile fino al 15 marzo per i datori di lavoro nelle regioni maggiormente colpite dal contagio. I sindacati hanno poi chiesto “un provvedimento che copra tutti i lavoratori, non solo della zona rossa”. 

Flessibilità e lavoro agile sono stati resi possibili anche negli uffici pubblici, grazie alle direttive del ministero della Pubblica amministrazione, per affrontare l’emergenza con dispositivi sulla sicurezza e le assunzioni. Un accordo ha inoltre ampliato le tutele per i dipendenti di aziende artigiane. Sindacati e imprenditori hanno giudicato positivamente le misure per contenere l’emergenza, ma affermano insieme che il Paese deve ripartire: “È importante valutare con equilibrio la situazione per procedere a una normalizzazione”.

Per far fronte all’emergenza due scioperi sono stati annullati. Quello del trasporto aereo, previsto per martedì 25 febbraio, è stato differito al 2 aprile, mentre quello della scuola del 6 marzo non si effettuerà, in considerazione dell’emergenza sanitaria in corso.

In questa fase delicata, il segretario dello Spi Cgil, Ivan Pedretti, chiede di proteggere gli anziani, i più colpiti dal Covid-19, mentre per gli atipici, lavoratori meno tutelati dal punto di vista contrattuale, il rischio è quello di vedersi sospendere o interrompere il contratto, o di subire una riduzione dell’orario. Altri rischi, però, ci sono anche per chi lavora nelle aziende emiliano-romagnole che stanno chiedendo autocertificazioni illegittime. La denuncia è di Cgil, Cisl e Uil regionali, che affermano: “Diverse imprese stanno sottoponendo ai lavoratori dei questionari sul loro stato di salute, o altri strumenti di profilazione di massa. Ci sono le autorità competenti, basta creare panico”.

 L’azione dei sindacati italiani nel contenere la crisi determinata dal contagio si inserisce, infine, nella battaglia del sindacato europeo per evitare la recessione. La Ces, infatti, ha apprezzato l’impegno della Commissione Ue ad avere un approccio flessibile sugli obiettivi fiscali vista la situazione determinata dalla diffusione del virus. Ma è ora “necessario alzare il livello di investimenti pubblici”.

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