La piattaforma che abbiamo costruito con Cisl e Uil è una straordinaria opportunità. Ci permette di fare una discussione con tutti, i lavoratori e le lavoratrici, i pensionati e le pensionate, con i giovani e con coloro che vorrebbero entrare nel mercato del lavoro e spesso non ci sono. Una discussione che non guarda soltanto alla legge di bilancio, ma può permetterci di orientare il dibattito che esiste oggi nel mondo del lavoro straordinariamente consenziente verso un governo che in realtà non fa nessuna politica utile in questo senso”. A dirlo è il segretario generale della Cgil Susanna Camusso nel discorso con cui ha concluso il congresso confederale dell’Emilia Romagna (qui il podcast). 

“È evidente rispetto alle promesse sul lavoro – aggiunge la dirigente sindacale – la distanza tra ciò che il governo fa concretamente e ciò che annuncia, non solo durante la campagna elettorale, ma anche nei giorni scorsi”. Se ci fossero dei dubbi, osserva, “basterebbe pensare al silenzio rispetto a quello che sta succedendo in Telecom, o a quello che succederà nelle prossime ore di Alitalia, dopo che hanno annunciato in pompa magna che ci sarebbe stata la soluzione attraverso l'ingresso di Ferrovie in Cassa depositi e prestiti”. Una distanza che riguarda "anche cose materiali dell'assetto industriale e produttivo, quindi, e non solo gli aspetti ideali”.

Un quadro politico in cui è subentrata una novità rispetto a qualche anno fa, ossia il cambiamento nelle relazioni tra la politica e le organizzazioni sindacali e di rappresentanza: “L'idea della disintermediazione che abbiamo già visto con l'ultimo esecutivo di centrosinistra, diventa per questo governo la totale negazione del ruolo di rappresentanza delle organizzazioni sociali, la messa in discussione del normale andamento della democrazia così come l'avevamo conosciuto nel nostro Paese. Quello, cioè, secondo cui nessuno era così autosufficiente da negare il fatto che ci fosse la rappresentanza altrui”. Ma così si compromette “la possibilità per i sindacati di svolgere il loro normale lavoro di contrattazione, di confronto e dialogo con i governi e le controparti”.

Venendo ad altri aspetti di merito. “molto spesso – ricorda la dirigente sindacale – ci chiedono di fare una discussione legata solo a quota 100 o al reddito di cittadinanza. Noi invece vorremmo parlare di qual è l'orizzonte del Paese dopo la manovra, un orizzonte determinato prima di tutto dalla politica fiscale e dalla logica dei condoni. La flat tax, per esempio, indica da che parte vogliono stare, e cioè banalmente dalla parte di chi si è arricchito durante la crisi, di chi ha i patrimoni. Poi c’è il condono fiscale, o quello nel decreto Genova per Ischia, il quale dice esattamente la stessa cosa: continuiamo a premiare i furbi rispetto a coloro che invece rispettano le regole. Noi però sappiamo bene da che parte stiamo, perché rappresentiamo quel mondo che non solo è il primo grande contribuente di questo Paese, ma è quel mondo che rispetta tutte le regole. Si tratta allora di ricostruire una percezione effettiva di quello che succede e di come queste modalità economiche determinino poi anche le scelte che stanno nel decreto sicurezza o in tante altre iniziative”.

Tra i tanti temi affrontati e conseguenti a questo c’è l’inasprimento del clima nei confronti dei migranti. “È indubbio – per Camusso – che il ministro degli Interni lo sta facendo, anche quando ‘casualmente’ si pensa di sgomberare il Baobab a Roma e allo stesso tempo CasaPound può continuare a occupare palazzi nel centro”. Poi un messaggio di solidarietà: “È giusto che questo congresso, come tutta la Cgil, abbracci l'organizzazione di Medici senza frontiere e la loro nave Aquarius, di cui conosciamo le tante peripezie che ha dovuto fare per continuare a svolgere il suo lavoro di assistenza e di salvataggio dei migranti in mare, e che oggi si trova di fronte a pretestuose ragioni per cui viene indagata”.