La Legge di stabilità che oggi, 15 ottobre, il Consiglio dei ministri si appresta a varare è “un sogno che si realizza” per Confindustria. La manovra, intervento da 30 miliardi di euro, con 13 miliardi di tagli, nuove tasse sui fondi pensione e tassa unica sulla casa, prevede infatti 18 miliardi di alleggerimento fiscale per le imprese, che naturalmente sono molto contente, nonostante l’ipotesi di portare il Tfr in busta paga dal 2015.

"Si realizza un nostro sogno, una cosa che auspicavamo da tanti anni", dice il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, commentando il taglio della componente lavoro dell'Irap annunciata dal premier Renzi. E poi c’è l'azzeramento dei contributi per i neoassunti: “E’ una misura molto positiva. Ora aspettiamo l'attuazione delle norme ma non possiamo che dirci pienamente soddisfatti”.

Cifre molto più contenute quelle destinate ad alimentare i nuovi ammortizzatori sociali collegati al Jobs act, sempre secondo le assicurazioni arrivate da Renzi. Si parla di 1,5 miliardi di euro. Mentre nessun intervento è in programma sulle pensioni che dunque restano escluse dal bonus fiscale degli 80 euro.

Se Confindustria esulta, molto diverso è lo stato d’animo delle Regioni, che sono sul piede di guerra per i tagli annunciati (si potrebbe chiedere alla fine attorno ai 4 miliardi, sanità inclusa). “Saremo obbligati ad aumentare le tasse”, dicono i governatori.

Secco anche il commento della Cgil: se il governo Renzi realizza i sogni del Presidente di Confindustria, come ha detto ieri Squinzi, è una conferma in più delle tante ragioni per manifestare il 25 ottobre a Roma. "Il mix di tagli della spesa e di riduzioni fiscali per alcuni ci manterrà nello stato recessivo in cui già vive il Paese. Credere che la crescita riparta solo agendo sul fronte fiscale è un errore. Un esperimento già fatto che non ha creato né crescita né posti di lavoro", è la sentenza del leader Susanna Camusso.