São Bernardo do Campo è un comune del Brasile di oltre 800mila abitanti, fa parte della regione metropolitana di São Paulo, caratterizzato da due peculiarità. La prima è una forte concentrazione di industrie: prevalentemente automobilistiche, come Volkswagen, Ford, Scania, Toyota, Mercedes-Benz, Karmann Ghia e Willys-Overland, ma anche di ricambi per auto e di vernici; vi è inoltre presente il più grande impianto industriale del mondo della Colgate-Palmolive. L’altra è la presenza del più forte sindacato dei metalmeccanici dell’America Latina, l’Abc (acronimo delle città Sant’André, São Bernardo, São Caetano), in seno al quale ha iniziato la propria attività di sindacalista Luiz Inácio Lula da Silva.

São Bernardo è nota in Emilia Romagna per il Centro di formazione professionale intitolato a padre Leo Commissari, missionario ucciso nelle favelas nel 1998. Il centro è stato costruito con il sostegno di un comitato coordinato dai sindaci di Imola, Lugo, Castel Bolognese, Dozza, di cui fa parte anche la Cgil imolese. Dalla scuola sono già passati oltre 17mila ragazzi, alcuni dei quali hanno in seguito dato vita a oltre 100 imprese che operano secondo i principi dell’economia solidale.

Dal 2008 è sindaco della città di São Bernardo Luiz Marinho, dal curriculum politico-sindacale densissimo. Massima carica nel sindacato dei metalmeccanici, in seguito nella Centrale unica sindacale (Cut) del Brasile, infine ministro del Lavoro e della Previdenza sociale nei governi guidati da Lula. A Marinho abbiamo chiesto di parlarci dell’attuale situazione di crisi economica e politica del suo paese.

Mentre la crisi interessa l'Europa da oltre otto anni, fino al 2014 in Brasile i governi Lula e Dilma riuscivano ad attutire gli effetti della crisi globale con politiche keynesiane. E ora? Cos’è successo quest’anno per portare il tasso di disoccupazione a due cifre?

Marinho È vero, in effetti siamo stati risparmiati dagli effetti più deleteri e drammatici della crisi economica mondiale fino al 2014. Questo per diverse ragioni, effetto di politiche keynesiane, anticicliche, implementate da Lula e da Dilma. Allora si trattava di difendere, nella misura del possibile, i posti di lavoro e le imprese nazionali, come principale funzione dello Stato. Però succede che non siamo un’isola, ma siamo integrati in un sistema economico mondiale. Così la continuità della crisi, che ora interessa anche la Cina, partner commerciale importante del Brasile, ha prodotto un rallentamento dell’economia del Paese, finendo per diluire gli effetti benefici di quelle politiche. Vi sono ripercussioni sulla situazione fiscale e sul bilancio dello Stato, con effetti preoccupanti sul versante dell’occupazione e della crescita economica. Il Brasile, di fatto, si trova in una situazione piuttosto allarmante. Le attività produttive soffrono un forte rallentamento, dovuto soprattutto al calo degli investimenti industriali. Allo stesso tempo, l’inflazione torna a sottrarre potere d’acquisto ai consumatori e a causare insicurezza agli attori economici.

Le difficoltà politiche che sta vivendo il Brasile e il basso indice di gradimento della presidenta Dilma sembrano rendere più difficile l’assunzione di misure rapide di contrasto alla crisi. Temi come la revisione delle aliquote fiscali e delle tassazioni, così come del mercato del lavoro e delle protezioni sociali, proposti dal governo, sono stati contrastati dal Congresso, con posizioni differenti registrate anche tra i partiti che sostengono l’esecutivo. Quali posizioni hanno assunto in questa delicata fase i movimenti sociali, a partire dai sindacati?

Marinho I movimenti sociali hanno un ruolo essenziale in questo momento storico del Paese. Prima di tutto perché sono garanti della legalità, ovvero del fatto che non avvenga un’estromissione illegale della presidenta Dilma, democraticamente eletta alla carica che occupa. In secondo luogo, ma non meno importante, perché devono continuare a fare pressione sui politici e i governi affinché non vi siano battute d’arresto sul versante sociale e sui diritti dei lavoratori. Oggi vediamo un’ondata conservatrice nella società e molte conquiste sociali, alcune recenti, sono a rischio. Occorre lottare perché ciò non accada.

Quanto pesano nel presente e nel futuro del Paese i casi di corruzione che hanno interessato anche il Pt, il partito di Lula e di Dilma?

Marinho La lotta alla corruzione deve essere una bandiera di tutti, indipendentemente dalla scelta partitica e dall’orientamento politico e ideologico. Uno dei doveri di un amministratore pubblico è creare e sostenere meccanismi che rendano più difficili questi casi. Nella capitale São Paulo, il sindaco Haddad ha creato la funzione di “Controllo generale del Municipio”, organo che esercita funzioni di contrasto alla corruzione e ai corrotti. Dilma e Lula, allo stesso modo, hanno rafforzato la Polizia federale e ora se ne vedono i risultati. È però importante sottolineare che il Pt, il Partito dei lavoratori, ha in tutto solo tre o quattro dei suoi iscritti, su oltre 1,5 milioni nel Paese, incarcerati per questo reato, mentre altri, come nel caso del tesoriere del partito João Vaccari Neto, sono stati accusati ingiustamente. Da parte di settori della Polizia federale e del potere giudiziario è in atto un grave tentativo di criminalizzare il partito per ostacolare le conquiste sociali ottenute negli ultimi anni e impedire il ritorno di Lula alle prossime elezioni presidenziali del 2018. Ma ho la certezza che la società brasiliana capisca tutto questo e che Lula tornerà per continuare con le riforme che hanno cambiato la faccia del nostro Paese.

Di fronte alla difficile situazione sociale ed economica dell’ultimo anno, qual è stata la risposta del Comune di São Bernardo?

Marinho La recessione economica ha generato, anche per i governi locali, un impatto negativo, che può essere misurato nel calo continuo delle entrate da tributi e nella necessità di tagliare spese e costi, in investimenti sociali e infrastrutture. São Bernardo è città riconosciuta dal punto di vista industriale, che ha sperimentato anche un’importante crescita nei settori dei servizi e del commercio e che ha sofferto particolarmente, e in maniera diretta, gli effetti negativi del cattivo contesto dell’economia nazionale. Nonostante ciò, il governo municipale ha mantenuto il proprio protagonismo ed esercitato il ruolo che gli compete di induttore dello sviluppo, dando continuità, anche se a ritmo inferiore, agli investimenti programmati nelle diverse aree. In relazione al governo federale, la grande sfida è la conciliazione tra la necessaria responsabilità fiscale e l’esercizio della principale funzione di un organo esecutivo, che è promuovere la crescita economica e sociale del Paese. Non si combatte la recessione solamente tagliando le spese: il risultato può essere più recessione. L’equilibrio fiscale che si ricerca può venire anche da un aumento sostenibile delle imposte, che dipende dal dinamismo dell’economia. Questo è il punto essenziale. Il governo deve creare meccanismi per indurre il ritorno più rapido della crescita, con azioni dirette e indirettamente mobilitando la società, in un progetto che abbia credibilità e trasparenza. Investimenti e consumo dipendono dalla sicurezza e dalle buone prospettive in relazione al futuro prossimo. Questi sono i messaggi che il governo deve trasmettere.

L’economia solidale ha in São Bernardo do Campo una delle sue roccaforti storiche: quale politica attuate a livello locale per la sua promozione?

Marinho In primo luogo, devo dire che il tema economia solidale mi ha sempre appassionato. Nel 1997 ero a Bologna – su raccomandazione e su richiesta di Lula – come presidente del sindacato dei metalmeccanici Abc, e ho avuto modo di conoscere il sistema cooperativo italiano. Oltre a ritenere il modello cooperativo un’alternativa per lo sviluppo economico e sociale, in quel momento che vivevamo nel paese, con la chiusura di imprese a causa della crisi finanziaria economica interna ed esterna, credo che avrebbe potuto rappresentare in alcuni casi il modo per mantenere posti di lavoro e recuperare le aziende costituendo cooperative autogestite. In proposito devo sottolineare l’importanza dell’accordo di collaborazione stipulato in quel frangente tra il sindacato dei metalmeccanici Abc e Cgil, Cisl, Uil, così come con Fiom, Fim e Uilm, coinvolgendo anche Legacoop. Questo scambio di esperienze ha portato alla creazione di Unisol, di cui sono orgoglioso di essere stato il presidente onorario, nonché al consolidamento dell’Agenzia di sviluppo di solidarietà nel periodo in cui ho presieduto la Centrale unica dei lavoratori (Cut). Nell’assumere la guida del ministero del Lavoro, nel primo mandato del presidente Lula, ero responsabile della Segreteria nazionale per l’economia solidale, grazie al quale ho avuto modo di conoscere e incoraggiare le esperienze di economia solidale in Brasile nel suo complesso. Così, quando sono diventato sindaco di São Bernardo do Campo, nel 2009, ho implementato una politica specifica per l’economia solidale come mi ero impegnato a fare nel programma elettorale. Ho costituito l’incubatore di imprese solidali (SbcSol), in collaborazione con l'Università metodista, creato lo spazio solidale, luogo di incontro e commercializzazione di prodotti e servizi, incoraggiato costantemente l’inclusione dell'economia solidale in diverse azioni del mio governo come mezzo per creare occupazione, reddito e sviluppo sociale.

Sandra Pareschi e Sabina Breveglieri sono di Nexus Emilia Romagna