Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato il decreto del governo contenente “Disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto”. La notizia è stata pubblicata sul sito del Quirinale. Il decreto permette di semplificare le procedure per fare in modo che gli interventi approvati in un protocollo d’intesa a fine luglio, e quindi confermati dal Cipe, siano attuati in tempi certi. Le risorse previste sono 336 milioni di euro.

Il decreto è stato incardinato in un ddl di conversione alla Camera, durante una breve seduta di 15 minuti l’8 agosto a Montecitorio. Il provvedimento è stato assegnato alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive. Il dl (che scade il 6 ottobre) ha effetto immediato e può essere convertito in legge alla riapertura della Camera, dal 5 settembre in poi.

La firma del capo dello Stato arriva il giorno dopo la decisione, presa dal tribunale del Riesame, di protrarre il sequestro dello stabilimento siderurgico con l’obiettivo della messa a norma, e non della chiusura, del medesimo. Una decisione salutata dalla Cgil come un primo passo “verso quel possibile connubio tra diritto al lavoro e diritto alla salute", come ha detto il segretario confederale Elena Lattuada.

Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sottolinea che la sentenza “richiede a tutti l'impegno di collaborare in modo cogente e immediato per far sì che l'operazione di bonifica possa avvenire in tempi rapidi per ridare serenità alle famiglie che dall'attività dell'Ilva dipendono".

“Vale un principio, sacrosanto: chi inquina paga” a ribadirlo, in un'intervista a “Repubblica” è invece il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno. La decisione del Riesame, afferma ancora, ha contribuito a far tornare “serenità e fiducia” in città. Il sindaco chiede dunque all'Ilva di “rispettare le regole. E mi auguro che quelli dell'acciaieria lo capiscano fino in fondo. La bonifica della fabbrica - sottolinea infine - avviene nel momento in cui si continua a produrre”.