Lo scorso 27 novembre Cgil, Cisl e Uil, pur confermando un giudizio abbastanza positivo, hanno lanciato una settimana di vera e propria mobilitazione unitaria per sostenere le modifiche proposte al Parlamento per migliorare la legge di stabilità. “Noi continuiamo la nostra iniziativa, perché ciò che conta è la piattaforma unitaria che abbiamo predisposto ormai da un anno. È il testo che abbiamo sostenuto con manifestazioni, mobilitazioni e scioperi durante il precedente governo, e sulla quale ci stiamo confrontando con questo esecutivo. A noi servono risposte”. A dirlo, ai microfoni di RadioArticolo1, è Nino Baseotto, segretario confederale della Cgil.

Le iniziative nei territori e le tre manifestazioni/assemblee nazionali aperte organizzate per il 10, 12 e 17 dicembre a Roma, spiega Baseotto, saranno “un modo nuovo di provare a stare in piazza. Saranno grandi assemblee pubbliche, per ascoltare le testimonianze di delegate e delegati. Non ci sarà il classico corteo, sarà soprattutto un racconto di crisi aziendali, lotte e attese per il rinnovo dei contratti, e di pensioni, sia dal punto di vista di chi in pensione c'è già, sia da quello di chi in pensione ci vorrebbe andare nel migliore dei modi. Vogliamo provare a raccontare le persone in carne e ossa che noi rappresentiamo”.

I tre appuntamenti organizzati da Cgil, Cisl e Uil si terranno a Piazza Santi Apostoli a Roma. Il 10 dicembre l'assemblea sarà dedicata alle questioni che riguardano il Mezzogiorno, l'industria, i servizi e uno sviluppo ambientalmente sostenibile. “Dedichiamo questa prima giornata alle decine di migliaia di donne e di uomini che hanno perso o rischiano di perdere il posto o non trovano lavoro – continua –. Lo facciamo affrontando il tema di come si superano le crisi aziendali, di come si dà una risposta al disagio sociale, al problema dell'occupazione, affrontando in modo nuovo il tema del Mezzogiorno, investendo sulle infrastrutture, sulla crescita e sbloccando gli investimenti pubblici e privati”.

Il 12 dicembre, invece, i riflettori saranno puntati sui contratti pubblici e privati e “su tutte le vertenze aperte”. “Vogliamo – spiega ancora Baseotto – che il governo si renda conto che ha una responsabilità diretta sui contratti pubblici, perché è datore di lavoro. Ma noi pensiamo che un governo debba affrontare anche il tema di come favorire la stipula dei contratti nazionali dei privati. Perché qui c'è una responsabilità evidente delle nostre controparti private, a partire da Confindustria, che devono dare un segnale concreto. Perché la ripresa del Paese passa anche attraverso una positiva conclusione delle vertenze contrattuali e i rinnovi”. Il rinnovo dei contratti nazionali, tra l’altro, è anche passo in avanti nella legalità del mondo del lavoro, perché combatte i contratti pirata in cui si annida il lavoro sommerso, il lavoro grigio e il lavoro nero”.

Infine, il 17 dicembre si parlerà di riforma fiscale, pensioni e legge sulla non autosufficienza. “Abbiamo bisogno di tenere assieme tutte queste cose – ha concluso Baseotto –, perché parlare di pensioni significa parlare di un tema che ha bisogno di una sterzata in direzione della giustizia sociale. La legge Fornero ci ha fatti andare fuoristrada dal punto di vista dell'equità. Abbiamo quindi bisogno di tornare su un terreno di giustizia sociale. Ma bisogna parlare tanto a chi sta già in pensione, quanto a chi sta per andarci, e anche ai giovani che devono avere una prospettiva previdenziale certa”. Questo vuol dire “fare un discorso anche sulle risorse”. Nella piattaforma dei sindacati ci sono alcune proposte per agire “senza attingere al bilancio dello Stato, almeno in una prima battuta”. C’è insomma bisogno di una “politica fiscale che torni ad essere basata sulla progressività, che colpisca senza pietà gli evasori, che sia un grimaldello per redistribuire una parte della ricchezza di questo Paese”.