Sabato 22 settembre, nell'incontro tra governo e Fiat (Palazzo Chigi ore 16), il Lingotto "deve avere un quadro informativo aggiornato sugli intendimenti delle strategie del gruppo riguardo agli impegni in Italia". Con queste parole stasera (20 settembre) il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha parlato dell'incontro di sabato con l'ad Sergio Marchionne. Summit che arriva dopo l'addio al piano Fabbrica Italia, considerato superato dalla Fiat.

L'esecutivo assicura dunque che sarà un incontro "vero", non un passaggio formale quello con Elkann e Marchionne. "Non sarà un monologo, ma un dialogo. Sarà un lavoro intenso". Lo ha dichiarato il ministro del Lavoro, Elsa Fornero.

Il governo farà sentire all'azienda "il fiato sul collo". Usa questa immagine il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, intervistato da Radio Anch'io. "Anche perché - aggiunto - noi abbiamo comunque da attivare nel nostro paese, coerentemente con gli obiettivi europei, una strategia per la mobilità che prevede anche l'aggiornamento tecnologico, per esempio delle autovetture".

E oggi è tornato a parlare anche il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. Le tute blu della Cgil hanno già chiesto a Fim e Uilm "di convocare assemblee unitarie in ogni stabilimento Fiat, perché qui tutti stanno discutendo del futuro del gruppo tranne i lavoratori. L'unità si può ricostruire a partire dalla libertà sindacale, che è un diritto costituzionale dei lavoratori". Così Landini in un'intervista all'Unità nella quale invita a "guardare avanti", pur ricordando che "la Fiom non ha mai firmato e non lo farà mai accordi che escludono altre organizzazioni, e credo che questa sia la base di partenza per tutti".

Sull'incontro governo-Fiat di sabato, il sindacalista osserva che"Marchionne la sua l'ha già detta. A questo punto è il governo che deve chiedergli conto degli impegni presi, degli investimenti annunciati, in un confronto che definisca anche le scelte strategiche del paese su mobilità e trasporti".

Il 22 settembre alle 16, in occasione dell'incontro tra Monti e Marchionne, gli operai della Fiat e dell'indotto di Termini Imerese (Palermo) torneranno davanti ai cancelli della fabbrica, che il Lingotto ha chiuso il 31 dicembre scorso per un presidio. La decisione è stata presa durante un'assemblea che si è svolta nell'aula consiliare del Comune. Ne dà notizia l'Ansa.