A pagare il prezzo più alto della povertà assoluta, che in Italia ha raggiunto la cifra record di 4,6 milioni di persone, secondo il rapporto Istat reso noto ieri (14 luglio), sono le donne: due milioni e 277mila quelle che vivono in condizioni di indigenza. Un dato passato sotto silenzio, figlio delle crescenti disuguaglianze, dove a pesare sono in particolare le differenze di genere, certificate sempre dall'istituto di statistica nel rapporto annuale 2016, dello scorso maggio. Ma, come la Cgil ha denunciato più e più volte, il tema non rientra nell'agenda del governo.

Eppure, oltre a un Parlamento per la prima volta con il 30% di presenza femminile, abbiamo finalmente una ministra con delega alle Pari opportunità, lungamente invocata nel vuoto cosmico – relativamente alla rappresentanza di genere – che ha caratterizza questo esecutivo. Si tratta per di più di una ministra di “peso”: Maria Elena Boschi, che ha avuto l'incarico lo scorso 10 maggio. Tant’è: il silenzio sulle donne continua a essere fitto e impenetrabile. Silenzio anche alla richiesta d'incontro con le donne di Cgil, Cisl e Uil. Non un cenno.

Allora, quale migliore occasione quella che si è presentata, sempre nella giornata di ieri (14 luglio), nell'ambito del convegno organizzato dal gruppo Pd alla Camera e dedicato alle politiche per la maternità? Politiche che, forse un po’ ingenuamente, ci saremmo aspettate venissero legate a quelle del lavoro, che – in particolare per le donne – non c'è, visto che meno di una su due in Italia ha la fortuna di avvalersene.

Perché è evidente che nella filiera della maternità, la centralità è quella del lavoro. In mancanza del quale, buone politiche di conciliazione, asili nido e welfare aziendale, forse, possono risultare secondari. O quanto meno dovrebbero andare di pari passo con investimenti seri sull'occupazione. È un vero peccato che la ministra Boschi abbia sprecato la sua prima occasione pubblica sui temi delle politiche di genere, ignorando totalmente il tema spinoso del lavoro (sostanzialmente quello che non c’è). Ma del resto si sa: il silenzio, come diceva De Gaulle, è l'ultima arma del potere.

Loredana Taddei è responsabile Politiche di genere Cgil nazionale