Dopo l'attivo dei quadri e delegati convocato dalle Cgil, Cisl e Uil sulla situazione di Anm, l'azienda napoletana mobilità per i sindacati, per i sindacati è necessario il varo di un piano industriale che ne assicuri la totale natura pubblica. Per questo oggi, 2 ottobre, ci sarà lo sciopero del lavoratori. "Garantire il trasporto pubblico in città e nella sua area metropolitana, salvaguardare il lavoro dei 2.500 addetti che operano nell'Anm". Questi, i punti prioritari della vertenza. “Non siamo di fronte a una mobilitazione – sottolineano i sindacalisti – che punta a difendere presunte situazioni di privilegio, ma a un'azione di lotta che vuole rivendicare ed esigere un piano industriale che garantisca il futuro dell'azienda”.

Sempre a Napoli, stamattina, presso il Circolo Artistico Politecnico è in programma la presentazione del Rapporto di ricerca “Salute, sanità e diseguaglianze sociali: dalle strategie europee alla realtà campana”. Il rapporto di ricerca è il primo risultato del percorso di collaborazione che la Funzione Pubblica Cgil della Campania ha avviato con il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II. L’intento è quello di rafforzare il rapporto tra il sindacato e i giovani, rilanciare un dialogo proficuo con le nuove generazioni e consentire loro, attraverso interventi diretti, di approfondire la conoscenza delle pubbliche amministrazioni.

Previdenza in agricoltura e nell’industria alimentare: “Una firma per proteggere la tua pensione e i tuoi diritti”. Con questo slogan la Flai Cgil lancia invece la campagna per una raccolta di firme che verrà presentata in conferenza stampa a Roma domani, 3 ottobre, in via Leopoldo Serra. La campagna è a sostegno della piattaforma nazionale su pensioni e previdenza “Riformare le pensioni, dare lavoro ai giovani”, con richieste specifiche della categoria. Sono tre i punti nodali che il sindacato chiede ai lavoratori di sottoscrivere: modifica della legge Fornero; revisione della Legge 335 del 1995; possibilità di accedere all’Ape per lavoratori del settore che ne sono esclusi.

Oltre 800 esuberi in totale e la chiusura di 120 filiali, è invece il durissimo piano industriale 2017-2020 della Cassa di risparmio di Genova (Carige), presentato dall’amministratore delegato Paolo Fiorentino. A dover essere allontanato sarebbe un quarto del personale (attualmente i dipendenti sono 4.742), mentre la dismissione riguarda il 20 per cento delle filiali. Obiettivo dell’azienda, alla fine del piano, è la riduzione del 23 per cento dei costi operativi e il raggiungimento di un utile netto pari a 146 milioni. A queste condizioni, i sindacati non sono disponibili a trattare. Da qui la decisione di convocare “assemblee capillari coinvolgendo tutti i posti di lavoro”, a partire da domani, 3 ottobre, data in cui si inizierà la mobilitazione incontrando i lavoratori dei settori che l’azienda intende esternalizzare.

Nell'ambito della vertenza relativa all'annunciata chiusura dello stabilimento Froneri (ex Nestlé) di Parma, sabato 30 settembre c'è stato un volantinaggio davanti al Nespresso Point di piazza Garibaldi. Per il prossimo martedì 3 ottobre è invece proclamato uno sciopero con manifestazione a Milano davanti alla sede di Nestlé. Venerdì 6 ottobre, infine, si svolgerà uno sciopero dei lavoratori Froneri con attivo unitario dei delegati alimentaristi davanti allo stabilimento Nestlé di Parma, corteo verso la Prefettura e appuntamento dal Prefetto.

L'Istituto nazionale di fisica nucleare ha comunicato ai sindacati che non procederà a stabilizzare i ricercatori e tecnologi precari che rientrano nei requisiti previsti dal decreto legislativo Madia. Ricercatori e tecnologi che nell'80% dei casi hanno oltre otto anni di contratti precari con l'Infn non potranno, quindi, fruire delle norme che il governo ha varato per superare il precariato 'storico' negli enti di ricerca, come in tutta la pubblica amministrazione. Questa possibilità sarà data solo al personale amministrativo e tecnico. Stando così le cose, la Flc Cgil ha annunciato che il 4 ottobre scenderà in piazza a Roma, per chiedere la stabilizzare tutti i precari.

Sempre a Roma, e sempre per mercoledì 4 ottobre, ci sarebbe dovuta essere la prima convocazione del tavolo per il rilancio della Capitale, voluto dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. La scorsa settimana è partita la lettera con gli inviti, indirizzata alla sindaca di Roma Virginia Raggi, al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, al segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a quello della Cisl, Annamaria Furlan, al segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, oltre che al presidente dell’Unione degli industriali di Roma, Filippo Tortoriello, e ai rappresentanti di Confcommercio e Confartigianato. A quanto pare, però, la sindaca Raggi non ha risposto all'appello, quindi il tavolo è stato rimandato a data da destinarsi.

La scorsa settimana si è tenuto il primo incontro presso il ministero del Lavoro sulla procedura di licenziamento collettivo aperta a luglio per 115 lavoratori della Nokia. L'azienda, contravvenendo agli impegni presi a luglio nell'accordo quadro sottoscritto anche dal ministero dello Sviluppo economico, ha dichiarato che intende licenziare tutti i lavoratori e non è disponibile a ricercare alternative non traumatiche con le organizzazioni sindacali. La Fiom ha chiesto al ministero del Lavoro un incontro, che è stato convocato per il 6 ottobre, con la presenza anche di responsabili del ministero dello Sviluppo economico. Il 5 ottobre, però, è stato proclamato uno sciopero di 4 ore per dare un segnale forte all'azienda e fermare i licenziamenti.

È iniziata il 22 settembre scorso la mobilitazione dei 30 lavoratori della Locride Ambiente, l’azienda che gestisce la raccolta differenziata nel Comune di Palmi (Reggio Calabria). I lavoratori hanno subito interrotto lo svolgimento delle ore straordinarie, mentre per giovedì 5 ottobre è stato indetto uno sciopero per l’intera giornata di tutti i dipendenti “per la tutela del proprio lavoro, dei propri diritti e del proprio reddito, necessario per la sopravvivenza delle famiglie dei lavoratori”.

La Slc Cgil Toscana ha denunciato da tempo una situazione di pesante disagio in tutta la regione dovuta alla carenza di personale per Poste Italiane. Per questo ha proclamato dal 22 settembre lo sciopero delle prestazioni straordinarie e aggiuntive in tutta la Toscana in ambito posta, comunicazione e logistica (Pcl) e mercato privati (finanziario, commerciale e uffici postali). Lo sciopero è in corso e si concluderà il 5 ottobre.

Si è svolto il 26 settembre scorso l’incontro richiesto dal sindacato sulla riqualificazione del sito produttivo ex Alstom Power di Sesto San Giovanni e sul futuro dei lavoratori. Al termine dell’incontro è stato stilato un verbale in cui, oltre al sindacato e ai lavoratori, anche i rappresentanti di Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano e Comune di Sesto San Giovanni chiedono al ministero dello Sviluppo economico e al ministero del Lavoro “di mettere in campo tutte le azioni e tutti gli strumenti di politica industriale affinché la reindustrializzazione del sito Alstom/Ge di Sesto San Giovanni diventi realtà”. Per venerdì 6 ottobre è stato convocato l’incontro al Mise. L'obiettivo è un tavolo per discutere degli incentivi o degli sgravi fiscali da proporre ad eventuali aziende disponibili ad insediarsi nell’area e di come prolungare gli ammortizzatori sociali che consentano agli ex lavoratori di continuare ad avere una copertura contributiva, oltrechè un reddito di base.

Venerdì 6 ottobre, infine, incrociano le braccia i lavoratori della Città Metropolitana di Venezia, in vista dello sciopero nazionale indetto dalla Funzione Pubblica Cgil, contro la continua riduzione dei servizi e l'incertezza che permane sul futuro di funzioni fondamentali, nel mercato del lavoro o nella polizia provinciale, ad esempio. "La Legge Delrio si sta dimostrando un vero e proprio fallimento - scrive il sindacato -. Il provvedimento che doveva ridurre i costi della politica e garantire i servizi lascia di fatto i politici in carica e taglia i servizi ai cittadini, anche a causa delle scelte della Regione Veneto che penalizzano la città Metropolitana”.