“Le Giornate del lavoro sono state una grande iniziativa per il nostro territorio. Ne siamo soddisfatti e orgogliosi. In quei tre giorni abbiamo dibattuto con importanti interlocutori istituzionali, e nel contempo siamo riusciti a dialogare con lavoratori e pensionati sui nostri temi, in primis sulla Carta: l’estensione dei diritti è fondamentale nel Mezzogiorno, perché costituisce una grande opportunità di riscatto in un mondo del lavoro sempre più precario”. Così Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia, oggi ai microfoni di RadioArticolo1.

 

 

“Per noi, la Carta rappresenta un grande strumento di rilancio e recupero della dignità del lavoro da parte dei lavoratori – ha affermato il dirigente sindacale –, in un mondo, quello del Sud e della Puglia in particolare, che vive con molto lavoro sommerso e spesso senza alcun diritto riconosciuto. Nell’ultimo anno, la nostra regione ha vissuto un aumento del 300% di utilizzo dei voucher, con una trasformazione di buon lavoro strutturato in lavoro sempre più precario, anche se una gran fetta di buoni acquistati abbiamo scoperto non vengono poi utilizzati: ciò significa che, in realtà, il voucher è solo un alibi per nascondere lavoro nero e forme di sottosalario, una sorta di foglia di fico nel momento in cui magari avviene un infortunio sul lavoro, piuttosto che si verifica un controllo in azienda da parte degli organi preposti”.

“La Puglia rappresenta un’anomalìa nel Sud – ha sottolineato Gesmundo –, dove convivono grandi eccellenze a livello mondiale, come la meccatronica e l’aerospazio, ma, di contro, c’è il dramma del caporalato, dei ghetti e della schiavitù. Dobbiamo valorizzare le potenzialità del nostro territorio sotto il profilo delle infrastrutture e dei trasporti, sfruttando la posizione geografica di grande favore della nostra regione, che può diventare la porta vera del Mediterraneo, favorendo l’apertura di nuovi mercati. Nel contempo, dobbiamo lottare senza tregua contro la violazione dei diritti, che si traduce spesso in incidenti sul lavoro. Per questo, dobbiamo spostare il baricentro della nostra azione sempre più sul territorio e nelle aziende, parlando direttamente a lavoratori e cittadini, facendo sentire loro tutto l’appoggio della Cgil”.

“L’anno scorso abbiamo dovuto contare tanti morti sul lavoro nei campi, a causa dello sfruttamento e del caporalato – ha rilevato ancora il sindacalista –. Quest’anno, grazie anche ai tanti accordi sottoscritti assieme a istituzioni, enti locali e parti datoriali - l’ultimo dei quali risale a pochi giorni fa -, speriamo di poter arginare il fenomeno. Da parte nostra, metteremo in campo una serie d’iniziative, con l’obiettivo di migliorare il sistema dei controlli e l’opera di prevenzione. Di sicuro, adesso non ci sono più alibi e bisogna agire al più presto”.

“Per quanto riguarda il piano straordinario per il Sud – ha detto l’esponente Cgil –, abbiamo la certezza che ancora una volta vengono sottratte risorse: ciò vale per la Puglia, come per tutto il Mezzogiorno. I nostri territori sono utilizzati come un bancomat da parte del governo, che storna fondi mettendo in piedi politiche che non producono neanche grandi risultati sul piano occupazionale. Abbiamo sottoscritto il patto per la Puglia, con l’obiettivo di utilizzare al meglio gli investimenti disponibili: a tal fine, abbiamo stilato un elenco di programmi da attuare sotto il profilo delle infrastrutture, con interventi in edilizia scolastica, sul piano sociale. Nel contempo, abbiamo costituito una task force di verifica e incalzeremo tutti i livelli istituzionali, ma anche le stazioni appaltanti, sui singoli progetti avviati, sui cantieri aperti e sul lavoro fatto”.

“La sanità – ha aggiunto il neoleader pugliese –, continua a rimanere una grande emergenza. Sono aperti tavoli negoziali e ci sono tagli attribuibili al governo, che incidono pesantemente sul settore e sull'efficienza complessiva della macchina della salute pubblica. Però, su questo, c’è l’impegno di Emiliano, che vuol continuare sulla via del dialogo con i sindacati, rispettando la nostra impostazione di territorialità della sanità, dei tagli agli sprechi, dell’unificazione delle centrali di acquisto. Inoltre, proviamo a ragionare sulla necessità di fare nuove assunzioni, perché non si può migliorare l'efficienza del sistema con il blocco del turn over. La Puglia è uscita da piani di rientro che hanno bloccato tutto per anni, ma senza personale, senza le competenze e professionalità in campo, si fa fatica a garantire un sistema sanitario decente”. 

“Sempre con la regione abbiamo in piedi una trattativa sui rifiuti – ha concluso Gesmundo –, dove stiamo cercando di valorizzare il modello del riciclo, convogliando in tale direzione gli investimenti da fare. Poi ci sono le vertenze industriali, prima fra tutte l’Ilva. Per salvare la più grande acciaieria d’Europa, dobbiamo stare attenti ad evitare che ci siano speculazioni sulla vicenda. Sappiamo delle cordate, della gara in atto, e vediamo chi ne acquisirà la gestione. Per noi, è basilare il piano industriale - che non può prescindere dal rispetto dell’ambiente per i cittadini e i lavoratori -, gli investimenti, le prospettive sui livelli occupazionali. Lo Stato farà la sua parte in termini di risorse, attraverso la Cassa depositi e prestiti, per rilanciare un sistema che rappresenta un volano, anche per il Pil, e non solo per la Puglia, ma per tutta l’Italia”.