“La necessità del decreto sulla riduzione della spesa non può essere messa in discussione. Il provvedimento produce risorse dirette ad ovviare all'aumento dell'Iva previsto per l'ottobre di quest'anno, per finanziare le misure di sostegno per le zone colpite dal terremoto di fine maggio e per i soggetti che, avendo perso il lavoro, non hanno ancora i requisiti per l'accesso alla pensione a seguito della riforma”. In una conversazione con Il Sole 24 Ore il ministro Piero Giarda smentisce (ma fino a un certo punto) di essere tra i “critici” del decreto adottato la scorsa settimana (ma già la scelta di adottare il termine “riduzione”, invece di “revisione” della spesa la dice lunga…)

“Erano e sono necessarie riduzioni coraggiose alla spesa, in tutti i comparti, cosa che il decreto attua – spiega Giarda –. In aggiunta ai tagli ai trasferimenti agli enti decentrati e alle dotazioni finanziarie dei ministeri, il decreto propone importanti provvedimenti di razionalizzazione, come nel caso della riforma delle province, dei contratti di locazione, dei prezzi per l'acquisto di beni e servizi, della riduzione del numero delle società in house, della razionalizzazione della spesa farmaceutica e ospedaliera e così via”.

“Il decreto – osserva Giarda – affronta poi l'assurda questione dell'esistenza, in gran parte dell'amministrazione pubblica, di piante organiche largamente superiori all'effettivo numero di occupati nella pubblica amministrazione. La riduzione delle piante organiche sarà gestita in modo da garantire che le eventuali eccedenze di personale in alcuni enti o strutture siano valutate nel contesto di una riconsiderazione complessiva dei fabbisogni di personale nelle diverse amministrazioni”.