Stamattina a Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova, si è svolto un presidio delle lavoratrici e dei lavoratori delle cooperative sociali, che hanno nuovamente protestato pubblicamente per difendere i loro posti di lavoro e il sistema di welfare territoriale.

Una delegazione di lavoratori è stata ricevuta dagli assessori al Bilancio e ai Servizi Sociali, che hanno rassicurato circa l’intenzione dell’amministrazione cittadina di considerare prioritario il welfare nella costruzione del bilancio del Comune di Genova e di non voler procedere ad alcun taglio dei servizi; nel caso in cui fossero comunque necessari degli interventi di riorganizzazione degli stessi, sarà aperto un tavolo di confronto con i sindacati, al fine di individuare le soluzioni più idonee al mantenimento dei livelli di assistenza e dei diritti dei lavoratori.

Sul territorio ligure, gran parte dei servizi alla persona: assistenza e riabilitazione agli anziani, ai disabili fisici e psichici, servizi educativi per minori e servizi culturali (biblioteche e musei) sono garantiti da educatori professionali, infermieri, operatori socio–sanitari, operatori ausiliari, assistenti sociali e altri operatori, anche altamente qualificati, in gran parte dipendenti di cooperative sociali ed enti no profit. Tutti questi addetti garantiscono da anni e con grande professionalità servizi essenziali per i cittadini a carattere pubblico e previsti dalla Costituzione.

Secondo i sindacati, "solo sul Comune di Genova i tagli comporteranno la chiusura o il pesante ridimensionamento di molti  servizi, con il rischio di perdere centinaia di posti di lavoro. Per questi lavoratori, visto il grande momento di crisi economica nazionale e locale, sarà difficile rientrare nel mondo del lavoro una volta espulsi. Per i cittadini il rischio concreto è di non avere più a disposizione servizi essenziali e di rilevanza pubblica, con la conseguenza di veder crescere e diffondersi un grave disagio sociale".