Sono arrivati con 94 pullman da tutta Italia le lavoratrici e i lavoratori di multiservizi e turismo per la manifestazione nazionale di oggi (venerdì 31 marzo) a Roma. La protesta #FuoriServizio (con presidio statico in piazza Bocca della Verità), indetta da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti assieme allo sciopero generale dei settori, segue l’interruzione delle trattative e lo stallo negoziale dei rinnovi dei contratti nazionali, scaduti nel 2013, che interessano oltre un milione e mezzo di addetti delle imprese di pulizia, servizi integrati, ristorazione collettiva, pubblici esercizi e agenzie di viaggio.

“La piazza era molto bella, piena di donne cariche e combattive. Ho visto qualche tratto di disperazione, sono lavoratrici che spesso si definiscono 'invisibili': da 46 mesi non riescono a rinnovare il contratto, si trovano davanti controparti che non ascoltano. Vogliono il contratto come elemento di riconoscimento e dignità”. A dirlo è il segretario generale Cgil Susanna Camusso, che nella prima mattinata ha partecipato alla manifestazione, parlando nel corso di un’intervista realizzata per RadioArticolo1 e Rassegna Sindacale.

Il segretario ha rimarcato che in questi settori “ci sono addetti che lavorano 55 minuti a settimana: c'è un problema di rispetto, ma c'è anche un problema legato alla pubblica amministrazione, perché molte di queste donne dipendono proprio dalle istituzioni, come ospedali e mense”. Per Camusso “è una questione di civiltà, il lavoro non si può trattare in questo modo: si è tirata così tanto la corda che si sta determinando un punto di rottura. Pensiamo alle scuole: ogni anno ci sono 20 mila lavoratori che devono chiedere un incontro perché il governo non è in grado di farsene carico”.

“Una battaglia comune per il riconoscimento dei diritti e del valore del lavoro” affermano i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti, soddisfatti della partecipazione. “Le parti datoriali, con le quali da mesi si è sviluppato il confronto, stanno ponendo sul tavolo di trattativa pregiudiziali importanti che stanno impedendo il dialogo, come il peggioramento delle tutele previste in caso di malattia, le modifiche all’articolato del cambio di appalto e le proposte di aumenti retributivi irrisori” proseguono i sindacati: “Non possiamo accettare proposte che non fanno altro che peggiorare le condizioni di lavoro”.

Entrando nel merito delle “proposte di aumenti retributivi irrisori”, i sindacati denunciano come gli incrementi non siano sufficienti neppure al recupero dell’inflazione. Nel caso della ristorazione collettiva, ad esempio, l’aumento proposto è di “200 euro lordi, ripartito in due anni, per un full time inquadrato al quarto livello” spiega la Filcams: “Peccato che la maggior parte dei lavoratori siano inquadrati al sesto livello e che il part time sfiora a malapena le 12-16 ore settimanali. Solo a ottobre 2017 avrebbero erogato 10 euro lorde (quarto livello, full time); basti pensare che ripartendo questa somma per un dipendente a orario ridotto, l' aumento sarebbe stato di circa 3-4 euro nette”.

I sindacati lamentano anche le pretese inaccettabili sul “peggioramento delle tutele previste in caso di malattia e sulle modifiche all’articolato del cambio di appalto” (che porterebbe a riduzioni contrattuali nei cambi di appalto) e l’indisponibilità di alcune imprese “a offrire garanzie nei subentri di attività nei centri commerciali”. Filcams, Fisascat, Uiltucs e Uiltrasporti rimarcano, infine, che i lavoratori di questi settori, prevalentemente donne e prevalentemente part time, hanno contratti di poche ore a settimana (nella ristorazione la media è di 18, nelle pulizie non si superano le 24 ore), ma svolgono “un lavoro prezioso, talora essenziale per garantire servizi anche irrinunciabili a cittadini e viaggiatori”.

Rinnovare il contratto nazionale vuol dire ridare dignità e rispetto al lavoro, continuano i sindacati. Essere senza contratto però vuole dire anche non avere regole di riferimento condivise, “con il rischio che aumentino i ricatti e la vulnerabilità dei lavoratori, in balia delle decisioni aziendali”. Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti dichiarano la loro disponibilità a riavviare i confronti, purché senza condizionamenti pregiudiziali da parte delle associazioni datoriali (Anip Confindustria, Legacoop Servizi, Federlavoro Servizi Confcooperative, Agci e Unionservizi Confapi, Angem e Alleanza delle Cooperative, Fipe e Fiavet Confcommercio), per giungere ai rinnovi dei contratti nazionali.