In un’intervista choc a Le Journal du dimanche, il filosofo Bernard Henri-Lévy liquida il partito socialista francese, crollato sotto il 17% nelle ultime elezioni per il parlamento europeo, e in piena crisi d’identità. Tra le definizioni: una "casa morta" e da "dissolvere", un’entità alla quale "bisogna cambiare con urgenza il nome", per "finirla il prima possibile con questo grande corpo malato". Secondo Lévy (che dichiara di averlo comunque votato alle ultime elezioni) il partito socialista è "nella situazione in cui si trovava il partito comunista francese alla fine degli anni '70, quando cominciava la sua disintegrazione che si tentava di scongiurare con formule magiche, come rifondazione o rinnovamento". Ma “il partito socialista è morto - dice il filosofo - nessuno osa dirlo, ma tutti lo sanno”. É morto come il cavaliere di Italo Calvino, vuoto sotto l’armatura.

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