PHOTO
“Con una mano il ministro Salvini taglia i fondi per le opere infrastrutturali che servono davvero ai cittadini, e con l’altra spinge ossessivamente per il Ponte sullo Stretto. È questo il paradosso di una manovra che mette in ginocchio la mobilità sostenibile del Paese”. È quanto si legge in una nota della Cgil nazionale.
“Nella legge di bilancio 2026 – si spiega – il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti prevede un taglio di oltre 500 milioni di euro in tre anni per gli interventi dedicati alla mobilità sostenibile. Tagli chirurgici, finalizzati unicamente a fare cassa e a tenere in piedi una manovra economica già al limite. Ma queste sforbiciate – sottolinea la Cgil – arrivano nel momento peggiore possibile: cantieri in ritardo cronico, costi in aumento, e città che aspettano da anni infrastrutture essenziali”.
Il sindacato denuncia che “mentre il Paese attende risposte reali, Salvini continua a sventolare il progetto faraonico del Ponte sullo Stretto, opera dal costo stimato di 13,5 miliardi di euro, quasi pari al valore dell’intera manovra nazionale. Risorse enormi che avrebbero potuto garantire la continuità dei progetti già avviati, sostenere il lavoro, la sostenibilità e la mobilità urbana in vista del termine del Pnrr nel 2026”.
Solamente parole e proclami
La Cgil ricorda come in tre anni Salvini abbia “girato l’Italia con tanto di passerelle nei cantieri, annunciando rivoluzioni della mobilità e progetti fantasiosi, come accaduto lo scorso autunno con la trasformazione di piazza Venezia in un museo sotterraneo e quella di Roma in una città finalmente decongestionata. Ma un anno dopo arrivano solo i tagli concreti ai finanziamenti”.
La nota li riepiloga: “Cinquanta milioni in meno per la Linea C di Roma; 15 milioni tagliati alla Linea M4 di Milano; altri 15 milioni sottratti ai progetti di estensione del trasporto rapido tra Afragola e Napoli, inclusi i fondi per l’acquisto di nuovi treni; 13 milioni in meno per il Fondo della mobilità sostenibile; 2 milioni di tagli per lo sviluppo delle ciclovie urbane, strumenti chiave nella transizione ecologica delle città. Tagli che colpiscono il cuore del sistema di trasporto pubblico, dei pendolari e della qualità della vita urbana”.
“Investire nella mobilità urbana significa investire nello sviluppo, nella sostenibilità e nella qualità della vita dei cittadini. Servono risorse certe, non annunci di facciata”, motivo per il quale, conclude la Cgil, “domani, 25 ottobre, saremo in piazza San Giovanni per manifestare contro un governo che mette al primo posto gli interessi di pochi a discapito del diritto di tutti a un sistema di mobilità efficiente, sostenibile e accessibile. È tempo di chiedere concretezza, responsabilità, rispetto delle procedure e investimenti reali per il futuro delle nostre città e dei nostri cittadini”.
























