Il Sunia definisce “gravissime e totalmente inaccettabili le modalità con le quali è stato operato lo sfratto a Bologna”. Martedì 23 ottobre in un condominio di via Michelino sono state sfrattate due famiglie con bambini a colpi di mazza sul muro dell’abitazione destinata, a quanto pare, a divenire poi un bed&breakfast. Un episodio documentato dalle telecamere e pubblicato sui quotidiani on line e i canali televisivi: “Non è possibile tollerare in un Paese civile la scena alla quale abbiamo assistito!”, dichiara Francesco Rienzi, segretario del Sunia di Bologna.

La gentrificazione a tutti i costi

“La fine locazione – prosegue Rienzi – sembrerebbe riguardare ancora una volta la trasformazione di alloggi utilizzati per le normali locazioni in alloggi per gli affitti brevi turistici. Un problema enorme in questa città e nel resto del nostro Paese, con l'aggiunta del rischio che le crisi industriali producano ulteriori disagi sociali e sfratti".

Inoltre il segretario del Sunia bolognese sostiene che molto lavoro è stato fatto dal Comune e dalla Città metropolitana, anche attraverso gli accordi con le organizzazioni sindacali confederali, per cominciare a fornire risposte efficaci. Vanno sicuramente in questa direzione la nascita della Fondazione Abitare Bologna e, più recentemente, il bando per il "contributo affitti", quest'ultimo rivolto alle famiglie in condizione di maggiore fragilità, totalmente finanziato con risorse della Regione e degli Enti locali “e non un euro da parte dello Stato”.

A tal riguardo il segretario generale del Sunia nazionale, Stefano Chiappelli, ritiene che “l'esistenza di un vasto patrimonio di alloggi, spesso detenuto da grandi proprietà immobiliari che affittano a brevi periodi per motivi speculativi è un paradosso inaccettabile di fronte all'emergenza abitativa e all'aumento dei prezzi degli affitti. Per questo da tempo il Sindacato degli inquilini sostiene la necessità urgente di una legge nazionale per regolare il mercato degli affitti brevi, che tolgono dal mercato alloggi a canoni sostenibili, dando potere ai Comuni, ma fino ad oggi il governo ha fatto orecchie da mercante".

Ragione per cui il Sunia sostiene il tentativo da parte della Regione Emilia Romagna di approvare una specifica legge per dare strumenti ai Comuni, in particolare quelli a più alta tensione abitativa, per regolamentare e porre limiti al fenomeno degli affitti turistici. Altra necessità per far fronte all’emergenza abitativa, dice Chiappelli, “è quella di riutilizzare il patrimonio pubblico esistente che può essere ristrutturato o trasformato a favore dell'edilizia sociale”.

Il governo batta un colpo 

“E’ necessario ribadire la totale assenza del governo sul diritto alla casa” -. dice Chiappelli – la prossima legge di Bilancio sarà la quarta di questa legislatura dove non si prevedono risorse per un piano casa per l’affitto sostenibile e politiche strutturali di rilancio dell’edilizia pubblica. In questa finanziaria non è previsto nessun rifinanziamento per il fondo sostegno affitto e per morosità incolpevole e sarebbero necessari 900 milioni per garantire un contributo concreto alle famiglie in difficoltà economica che fanno fatica a pagare un canone nel mercato privato e che rischiano uno sfratto per morosità incolpevole”.

Il Sunia ricorda che ad essere totalmente assente è anche un piano nazionale per finanziare l'edilizia pubblica e sociale e per il quale sarebbero necessari almeno un miliardo di euro all’anno per mettere mano “almeno al recupero degli alloggi sfitti del patrimonio pubblico”. Anche la questione dei fondi del Pnrr, destinati agli alloggi universitari, “è in forte ritardo rispetto agli obiettivi iniziali”. Il Sindacato degli inquilini, conclude Stefano Chiappelli, “sarà in piazza insieme alla CGil sabato 25 ottobre a Roma, per chiedere al governo una legge di Bilancio che preveda risorse adeguate all’emergenza abitativa per garantire il diritto all’abitare a tutti i cittadini.