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L’occupazione diminuisce, ma il numero di infortuni e morti bianche rimane sostanzialmente uguale. Così commenta la Flai Cgil Catania i dati forniti dall’Inail all’ente bilaterale agricolo Ebat-Ciala relativi al periodo 2009-2013. Gli incidenti segnano una piccola flessione, quelli mortali sono stabili, mentre aumentano in maniera esponenziale le malattie professionali. “I numeri fotografano una situazione che non fa i conti con la coda della crisi economica dell’ultimo periodo, ma già da questi emerge chiaramente che gli incidenti hanno un andamento costante, mentre i lavoratori sono in calo” spiega il segretario Alfio Mannino: “Valuteremo in seguito i dati aggiornati, ma è necessario mettere in campo investimenti e controlli nel mondo del lavoro che sono in numero insufficiente. Investire in sicurezza e prevenzione è meglio che intervenire a posteriori”.
Nel 2013 le denunce di infortunio sono state 325, con una flessione del 13,1 per cento rispetto al 2012 (374 casi denunciati). Stabile il dato degli incidenti mortali: nel periodo 2010-2013 è sempre stato denunciato un evento l’anno (nel 2009 furono due). Tutti i casi denunciati risultano avvenuti in ambiente di lavoro ordinario, quindi non in itinere. Il settore si conferma a elevata rischiosità, come indica l’incidenza (80 per cento) dei casi indennizzati su quelli denunciati, di cui il 15 per cento indennizzati per postumi permanenti. La rischiosità è confermata anche dalla durata media degli infortuni (40 giorni), più alta rispetto agli anni precedenti (era di 34 giorni nel 2012). Le lesioni prevalenti sono contusioni, fratture e lussazioni/distorsioni, mentre gli organi più colpiti sono mano, caviglia e ginocchio. Gli incidenti hanno interessato prevalentemente (37 per cento) la fascia di età 35-49 anni, mentre bassa è l’incidenza del lavoro femminile (6 per cento) e della manodopera straniera (10).
Passiamo ora alle malattie professionali. Queste sono in costante aumento: il numero delle denunce nel 2013 è triplicato (33 casi contro 11 dell’anno precedente). Le malattie indennizzate sono state 15, di cui dieci per danno permanente liquidato in capitale e cinque in rendita. Le tecnopatie più ricorrenti sono l’ernia discale lombare, seguita dalle malattie da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori. La fascia di età maggiormente coinvolta è quella da 50 a 64 anni.
“I dati sembrano stabilizzarsi – commenta il presidente del Comitato consultivo dell’Inail Catania Giuseppe Rizzo – ma se li leggiamo con attenzione non è così, poiché gli addetti diminuiscono di circa il 40 per cento e non vi sono statistiche sul lavoro nero. È un dato ufficiale, ma non è il dato reale. L’unica via per diminuire gli incidenti è quella di rafforzare le ispezioni in tutti i settori lavorativi”. Dello stesso tenore anche il giudizio del presidente di Ebat-Ciala Pietro Di Paola: “Dai numeri emerge la sostanziale stabilità di infortuni e malattie professionali, ma i lavoratori calano, per cui non possiamo che rilevare un dato in aumento. Non ci sono, inoltre, riferimenti sul lavoro nero e non si tiene conto del fatto che molti infortuni vengono denunciati come malattia”.