In meno di 48 ore il Congresso Usa sdogana un accordo bipartisan per evitare, nel breve periodo, i temutissimi contraccolpi del "fiscal cliff", il baratro fiscale che avrebbe potuto trascinare l'economia Usa in una nuova recessione. E' la vittoria di Barack Obama.

Con una maggioranza di 257 voti contro 167, la Camera dei Rappresentanti nella tarda nottata di ieri ha infatti approvato il testo di legge su cui il Senato aveva dato, in extremis, il suo via libera il 31 dicembre. Per un soffio gli Stati Uniti escono dallo stallo ed evitano lo scenario-incubo: la fine degli sgravi fiscali ereditati dall'era Bush e i tagli automatici alla spesa pubblica per oltre 500 miliardi di dollari.

Misure anti-deficit che sarebbero scattate tra gennaio e febbraio, con la clausola dell'accordo sull'innalzamento del tetto del debito firmato dal Congresso nell'agosto del 2011. Anche alla Camera - controllata dai Repubblicani - ha prevalso quindi un atteggiamento pragmatico ed è stata evitata la battaglia all'ultimo sangue per emendare il testo del Senato con ulteriori tagli alla spesa. Secondo le stime, il provvedimento garantirà nuove entrate per circa 600 miliardi di dollari in dieci anni.

Gli osservatori spiegano, inoltre, che è stato cruciale il 'timing' del via libera definitivo del testo, sopraggiunto proprio nell'ultimo momento utile cioè prima del giuramento del nuovo Congresso, giovedì.

Una vittoria politica per Barack Obama, quindi, che riesce ad allontanare nell'immediato lo spettro della recessione, con conseguenze difficilmente calcolabili per l'economia mondiale, mantenendo le promesse elettorali: prima fra tutte, quella di aumentare le tasse per la fascia più ricca della popolazione e non gravare ulteriormente sulla middle class. L'aliquota aumenterà infatti dal 35% al 39,6% per redditi dei singoli superiori a 400mila dollari l'anno o di nuclei famigliari superiori ai 450mila. Per la classe media, invece, resteranno in vigore gli sgravi fiscali, mentre è anche previsto un aumento della tassa di successione - dal 35% al 40% - sulle proprietà il cui valore supera i 10 milioni di dollari.

L'indennità di disoccupazione sarà estesa fino alla fine del 2013 mentre, sempre per la classe media, saranno prorogati per altri cinque anni i crediti di imposta per i figli e per gli studenti che devono pagare il college. Estesi fino alla fine del 2013 anche i crediti d'imposta per imprese che investono in ricerca ed innovazione e che operano nel settore dell'energia pulita. Salvo anche il cosiddetto 'Doc Fix' cioè la percentuale pagata ai medici nell'ambito del programma Medicare (per disabili e anziani) che, in mancanza di un accordo, sarebbe diminuita di circa il 30%. Sul fronte della spesa pubblica, il vero tallone d'Achille del provvedimento, i tagli decisi sono solo - secondo le stime - di circa 26 miliardi di dollari. Con i nuovi negoziati, insomma, bisognerà fare molto di più.