"Di fronte all’ennesima morte sul lavoro, il nostro primo pensiero va alla famiglia della vittima, alla quale esprimiamo il nostro cordoglio e la nostra vicinanza. Ma il cordoglio non basta: per restituire dignità a una morte sul lavoro è indispensabile comprendere cosa non abbia funzionato, affinché ciò non si ripeta in futuro. La dinamica dell’accaduto non è ancora stata chiarita, ma sembra che l’operaio di una ditta di manutenzione in appalto per Rfi, al termine delle lavorazioni previste e con la circolazione riattivata sulla linea, per ragioni ancora da accertare, si sia trovato sull’interbinario, dov'è stato travolto da un treno". Così Luigi Ciracì, coordinatore regionale ferrovieri e lavoratori appalti ferroviari Filt Cgil Milano - Lombardia.
 
"In attesa che l’autorità giudiziaria faccia chiarezza su quanto accaduto, vogliamo ribadire le preoccupazioni e le criticità già espresse in altre sedi. Le scriventi hanno da sempre evidenziato che le lavorazioni sulle linee comportano un elevato grado di rischio e che le norme che garantiscono l’incolumità di questi lavoratori non sono sufficienti, se non viene esercitato un controllo sul loro rispetto, che molto spesso risulta essere complicato", rileva il dirigente sindacale.
 
"Il costante aumento dell’offerta commerciale delle imprese ferroviarie, rende ulteriormente complicato pianificare interventi manutentivi all’infrastruttura, soprattutto sulle direttrici più importanti che sopportano un notevole volume di traffico durante l’intero arco della giornata. Tale situazione condiziona fortemente gli interventi manutentivi, che generalmente avvengono in regime d'interruzione della circolazione, così, per ridurre al minimo i disagi, i cantieri sono costretti ad operare in tempi ristretti aumentando i fattori di rischio. Dalla manutenzione dell’infrastruttura dipende una parte importante della sicurezza d’esercizio. Perciò, è inammissibile che lavorazioni così delicate vengano pianificate con tempi sempre più brevi", conclude il sindacalista.