“Ieri pomeriggio, si è svolto un incontro con la direzione generale della pesca per definire i periodi di fermo biologico per l’anno in corso. Un provvedimento che ormai da diversi anni ferma l’attività lavorativa di migliaia di pescherecci per tutelare la risorsa ittica. Da quanto abbiamo appreso, già dal prossimo 31 luglio, le imbarcazioni dovranno cessare l’attività produttiva e, ad oggi, dopo diversi solleciti verso il ministero del Lavoro, non sappiamo come questo intenda intervenire a sostegno del reddito dei lavoratori dipendenti e soci”. Lo dichiarano Fai, Flai e Uila, in una nota unitaria. “Negli anni passati, con l’intervento della cigs in deroga, siamo riusciti a rispondere alle giuste richieste dei lavoratori ma da questo anno, con l’abrogazione di tale strumento, siamo in attesa di capire come affrontare l'emergenza. Con la legge finanziaria dello scorso anno, sono stati destinati 11 milioni al settore per fronteggiare questa difficile situazione, ma ad oggi, non sappiamo in che modo i lavoratori potranno usufruire di tali somme. Per l’ennesima volta, chiediamo al ministero del Lavoro un incontro urgente per definire, a 19 giorni dal fermo delle attività produttive, le modalità con cui i lavoratori potranno richiedere tale integrazione al reddito. Allo stesso modo, chiediamo al governo di definire una volta per tutte uno strumento di sostegno al reddito strutturato, che riconosca alla pesca la giusta dignità e ci faccia uscire da questa anomalia che ci distingue da tutti gli altri settori produttivi di questo Paese”, affermano le tre sigle.