"Ieri la proprietà ha reso noto alla stampa i risultati positivi per Exor, grazie a Fca. Non è la stessa cosa per i lavoratori. Abbiamo deciso di tenere una conferenza stampa congiunta tra la Fiom Nazionale e i territori di Torino e Napoli, perché Mirafiori, Grugliasco, Pomigliano d'Arco e Nola sono gli stabilimenti di Fca dove tutto è cominciato nel 2011, sia sul piano produttivo-occupazionale, che sul piano contrattuale e sindacale". Lo affermano, in una nota, Michele De Palma, segretario nazionale Fiom, Federico Bellono, segretario generale Fiom Torino e Francesco Percuoco, segretario Fiom Napoli.

Nel 2011, raccontano i sindacalisti, furono promesse ai lavoratori, chiamati al voto sul contratto collettivo specifico di lavoro, la certezza della piena occupazione grazie agli investimenti e ai nuovi modelli, “salari tedeschi” e una partecipazione alla vita aziendale e agli utili. A quasi 8 anni di distanza proponiamo una fotografia su tre punti: andamento occupazionale, produttivo e salariale e le nostre considerazioni per il futuro per i lavoratori.

La situazione occupazionale e la continua richiesta di utilizzo di ammortizzatori strutturali conferma che l'obiettivo della piena occupazione nel 2018 non è stato centrato e che nei primi tre mesi di quest'anno c'è stato un aumento dell'uso degli ammortizzatori: 30 giornate di cigo pari al 50% per Grugliasco; sulla linea del Levante a Mirafiori c'è stato un impatto negativo di riduzione tendenziale del 50%; per Pomigliano oggi è al 59% in aumento del 5%, pari a 17 giornate di lavoro in meno.

"È evidente la distanza tra le promesse e i fatti - spiegano -: l'occupazione diminuisce ovunque: negli ultimi 10 anni a Pomigliano la diminuzione degli occupati è stata di circa mille persone, nel polo torinese dal 2013 ad oggi c'è stata una perdita di 1.071 lavoratori. L'emergenza per i lavoratori di Mirafiori è dettata dal fatto che il solo Levante non garantisce la piena occupazione e ad aggravare la situazione c'è la decisione aziendale di cessare la produzione della Mito entro l'anno, senza che ci sia ad oggi un nuovo modello sostitutivo. Per i lavoratori di Torino e Pomigliano permane il problema della scadenza degli ammortizzatori sociali".

In questi anni la Fiom, "nonostante l'esclusione dai tavoli negoziali unitari, ha proposto e firmato con il consenso dei lavoratori contratti di solidarietà utili al mantenimento dell'occupazione e ad una redistribuzione dello scarico lavorativo frutto dell'assenza degli investimenti e della mancanza dei modelli tra Alfa e Maserati, previsti nel piano 2014-2018. È evidente un disallineamento tra gli ammortizzatori e il rilancio produttivo e occupazionale su cui sarebbe necessario un confronto unitario tra sindacati e direzione aziendale, ma siamo costretti a constatare che nonostante le nostre richieste permangono inaccettabili tavoli separati".

La Fiom inoltre "ritiene dannosa la scelta dei sindacati firmatari di dividere i lavoratori su un obiettivo che dovrebbe essere comune: la piena occupazione. Sul piano salariale i lavoratori di Fca, oltre ad aver perso salario perché il “Contratto Fiat” prevede minimi più bassi che quelli del contratto nazionale, hanno perso, lavorando in media il 50% in meno, circa 40mila euro dal 2010".

Il 2018 è un anno cruciale per i lavoratori di Fca, perché il 1° giugno l'amministratore delegato terrà l'investor day e al termine dell'anno scadrà il “contratto Fiat”. "La Fiom ha l'obiettivo di un confronto negoziale sul piano occupazionale e contrattuale, pertanto nella giornata del 1° giugno terremo il “workers day”, con iniziative con i lavoratori di tutti gli stabilimenti Fca. A partire da giugno cominceremo una campagna di assemblee per condividere con i lavoratori un piano di rivendicazione di un tavolo unitario e di un voto democratico sul negoziato. Su questi due presupposti consulteremo nei prossimi giorni i sindacati firmatari e la direzione aziendale", concludono.