Situazione sempre più tesa alla Ericsson. La decisione della multinazionale di disertare oggi (mercoledì 22 giugno) il tavolo di confronto convocato presso il ministero dello Sviluppo economico ha fatto arrabbiare tutti. Lavoratori e sindacati sono immediatamente scesi in strada: ieri hanno bloccato il casello di Genova Aeroporto sulla A10, per oggi è previsto un nuovo sciopero e un corteo cittadino (da largo Pertini alla Prefettura). Governo, Regione e Comune hanno invece protestato vivacemente: il viceministro Teresa Bellanova, in particolare, ha dichiarato che l'esecutivo, se non si troverà “un accordo tra azienda e sindacati sulle procedure di mobilità al tavolo già attivo in sede confindustriale, pretenderà la presenza di tutte le parti in causa”.

La multinazionale svedese, attiva nel campo di ricerca e sviluppo nelle telecomunicazioni e gestore delle reti mobili di H3G e Vodafone, prevede di tagliare entro pochi mesi circa 4 mila posti di lavoro in tutto il mondo (su 150 mila). In Italia, dove annovera 4 mila dipendenti, ha comunicato nei giorni scorsi un piano di 332 esuberi (di cui 30 dirigenti), cui se ne sommano altri 53 entro il primo semestre del 2017, per un totale di 385 lavoratrici e lavoratori licenziati nei prossimi 12 mesi. Alla notizia è subito è scattato lo stato di agitazione a livello nazionale: martedì 14 giugno si è tenuto un presidio dei lavoratori davanti la sede del Consiglio regionale della Liguria, giovedì 16 uno sciopero e un corteo, cui ora si aggiunge l'attuale mobilitazione.

“Un atteggiamento inaccettabile, non solo nei confronti dei dipendenti e delle proprie organizzazioni di rappresentanza, ma anche verso le istituzioni e la città, verso le quali Ericsson è totalmente irrispettosa”. Così il segretario generale della Slc Cgil di Genova Fabio Allegretti ha commentato ieri (martedì 21 giugno) la notizia della disdetta dell'appuntamento. Il capoluogo ligure è la sede più colpita dai tagli previsti da Ericsson: sono 137 gli esuberi chiesti dalla multinazionale tra gli uffici del grattacielo del Parco tecnologico di Erzelli. Intanto si preparano nuove proteste: lunedì 27 giugno si concluderanno le procedure al ministero del Lavoro, lo sciopero generale del gruppo annunciato dai sindacati dovrebbe quindi svolgersi entro metà luglio.